Provo sentimenti positivi ma contrastanti per gli autori di “The Path of Seven Sorrows“. Da una parte ad un amante del Monferrato come me il moniker The Scars In Pneuma (inizialmente progetto solista del bassista/cantante Lorenzo Marchello, poi trio in compagnia delle chitarre di Francesco Lupi  e del batterista Daniele Valseriati) evoca orrori quotidiani ben più efficaci di quelli soprannaturali di cui il mercato metal è ormai saturo; dall’altra, tra i solchi del debutto ritrovo un suono che ad una comoda esibizione di ferocia preferisce il gusto della melodia e dell’eleganza negli arrangiamenti. Non so se sia merito delle chitarre, impegnate in un lavoro di tessitura sempre preciso o della brillante sezione ritmica, ma il risultato è quasi sorprendente, perché non è facile omaggiare il thrash senza copiarlo (“Souls Are Burning“, che in coda sfuma nell’etereo canto di Irene Ettori), innestare frammenti sonici nella cadenza epica di “Spark To Fire To Sun” o anteporre alla desolazione di “The Glorious Empire Of Sand” una delicatissimo e malinconico arpeggio.

Quello ritratto nelle canzoni dei The Scars in Pneuma è un mondo in disfacimento che ha perso ogni velleità di lotta, e vive di rimpianti mai sopiti (il dolente incedere di “All The Secrets That We Keep“) e di dolore che già impallidisce nel ricordo (il black metal atmosferico dell’iniziale “Devotion” i colori ambrati nell’episodio più breve, “Dark Horizons Ahead“). La suggestiva contemplazione notturna di “Constellations” riporta alla mente i Cranes e va a chiudere un disco crepuscolare, cesellato con cura, quello che in altri contesti, si sarebbe definito un gioiellino. Da segnalare la scelta di riprodurre in copertina il dipinto “The Fire at Night” di Goya, che si adatta perfettamente alle atmosfere dell’album.

• The Scars In Pneuma