Tesla – Recensione: Simplicity

Dobbiamo tornare indietro, guardare alle cose con maggiore semplicità per apprezzarle al meglio. In estrema sintesi, è questo il messaggio che i Tesla hanno voluto fare loro e mettere in pratica con il loro nuovo album. Seguendo la filosofia del “poco ma buono”, il settimo album della band di Sacramento esce a sei anni di distanza da Forevermore” (la recensione) (anche se nel frattempo sono usciti un paio di album live e uno di registrazioni acustiche), che risentiva di una sostanziale carenza di idee, un problema che in “Simplicity” appare superato con grande facilità. Dichiarandosi soffocati da troppa tecnologia, i Tesla tengono un occhio puntato ai loro primi lavori, anche se in un modo che non è né nostalgico né fuori tempo, e realizzano, di nuovo, un album completo, originale e attraente sotto tutti i punti di vista.

Il ritorno al sound del passato che caratterizza lo stile di questo album è evidente fin dall’immagine di copertina, che riprende, in modo più semplificato, quella di “Mechnical Resonance”, mentre il messaggio viene reso esplicito nel brano di apertura, “MP3”, che chi era al Frontiers Rock Festival ha potuto sentire in anteprima durante la loro esibizione. Da qui in avanti, nell’album si susseguono brani lenti e di media velocità, in cui si alternano richiami al blues, al southern rock e all’hard rock, il tutto accompagnato sempre in modo magistrale dalle chitarre di Frank Hannon, che sanno manipolare ogni situazione ed introdurci in scenari sempre diversi, e dalla voce di Jeff Keith, che è rimasta invariata rispetto agli inizi di carriera e che, con il suo timbro particolarissimo e graffiante, è da sempre uno dei tratti distintivi dei Tesla. I brani lenti, che sono anche la maggioranza, risultano migliori di quelli più veloci, soprattutto per i dialoghi che voce e chitarra riescono a tessere e che balzano in primo piano grazie proprio a questa accentuata semplicità generale. Niente effetti, niente campionature, solo rock sparato in faccia direttamente, ornato qua e là da una spruzzata di slide guitar e armonica, ma poco altro. Spiccano in particolare “Rise And Fall”, “Cross My Heart”, il brano con le tendenze blues più accentuate, “Flip Side!”, con una strofa acustica fatta solo da voce, chitarra acustica e battito delle mani, e la delicata “Life Is A River”, che ci ricorda semplicemente che la vita è un fiume, e come tale bisogna lasciarla scorrere. I Tesla sembrano guardare al mondo con occhi più maturi e saggi, hanno guadagnato un punto di vista su ciò che li circonda più sereno e maturo, ed è anche grazie a questo che “Simplicity” risulta essere un disco “adulto”, privo di ingenuità e raffinato, ancora una volta una grande prova di questa eccezionale band.

Voto recensore
7,5
Etichetta: Frontiers Records

Anno: 2014

Tracklist:

01. MP3
02. Ricochet
03. Rise And Fall
04. So Divine…
05. Cross My Heart
06. Honestly
07. Flip Side!
08. Other Than Me
09. Break Of Dawn
10. Burnout To Fade
11. Life Is A River
12. Sympathy
13. Time Bomb
14. ‘Til That Day
15. Burnout To Fade (writing demo version)


Sito Web: https://www.facebook.com/TeslaTheBand?fref=ts

anna.minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

1 Comment Unisciti alla conversazione →


  1. giulio b

    Pur non essendo un estimatore dei Tesla, ammetto che questo loro nuovo capitolo non mi dispiace.
    Essere tornati “simplicity”…..meno ricercati ha portato buoni frutti.
    Bello il singolo “So divine”

    Reply

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