I Magic Kingdom tornano al passato. Il chitarrista belga Dushan Petrossi, richiamata la sua ciurma dopo il fortunato “Symphony Of War”, chiude un contratto con la AFM per la pubblicazione del quarto disco in carriera, intitolato “Savage Requiem”. Rispetto al predecessore, vicino al symphonic power dei Rhapsody, il nuovo lavoro richiama alla mente il secondo “Metallic Tragedy”, per il sound devoto al metal neoclassico di Malmsteen. Da segnalare l’ennesimo cambio dietro al microfono: dopo Roma Siadletski, Max Leclercq ed Olaf Hayer, arriva a dar man forte ai Magic Kingdom l’ex Adagio Christian Palin.
La domanda che sorge spontanea è: qual è l’utilità di capitanare due band che sono l’una la copia carbone dell’altra? “Savage Requiem”, infatti, non si discosta una virgola dai cd targati Iron Mask, altro gruppo in cui è mente e compositore lo stesso Petrossi. I nove brani proposti sono un concentro di tecnica strumentale e chitarristica di grande spessore, ma gli arrangiamenti barocchi, unitamente ai soliti giri di musica classica ipersfruttati, hanno un sapore di già sentito troppo volte. L’opener “Guardian Angels”, tiratissima e melodiosa, ci regala sette minuti di power neoclassico ad alti livelli, ma già con la seguente “Rivals Forever”, con i clavicembali ed il bridge telefonato, siamo già alla canna del gas a livello di originalità. Le cose migliorano nella solenne title track ed il suo chorus vincente ed una parte solista in cui il guitar hero dà sfoggio della sua tecnica monstre.
“Savage Requiem” (qui il trailer) è un album per soli appassionati del genere, confezionato perfettamente, ma privo di quel valore aggiunto necessario per trasformarsi in un lavoro imperdibile. I Magic Kingdom confezionano un altro lavoro da 6 politico, l’ennesimo di una carriera senza infamia e senza lode.