Conception – Recensione: Ristampe 2022

Nell’ormai lontano giugno 2004 scrissi qui su Metallus una retrospettiva della discografia dei Conception, cult prog power band norvegese, che all’epoca aveva interrotto l’attività, con i vari membri impegnati (con alterne fortune) in Kamelot, Ark e Crest Of Darkness; il motivo dell’articolo risiedeva semplicemente nel voler dare la giusta luce ad un quartetto di album davvero encomiabili e che fortunatamente ha avuto un seguito negli ultimi anni.

Qui di seguito il link all’articolo:

https://www.metallus.it/recensioni/retrospettiva-2/

Evidentemente anche la BMG deve aver colto la bontà di quelle pubblicazioni ed il mese scorso ha pubblicato, in CD e doppio vinile, le versioni rimasterizzate ed “allargate” di “The Last Sunset”, “Parallel Minds”, “In Your Multitude” e “Flow”; aggiungiamo quindi alla retrospettiva di cui sopra alcuni commenti sulle bonus tracks contenute nelle ristampe.

Per quanto riguarda “The Last Sunset” troviamo tre demo tracks che risalgono ai primissimi passi della band al tramonto degli anni ’80. “Midnight Sun” fotografa già lo stile verso cui i norvegesi traghetteranno soprattutto dal terzo album in poi, con un Roy Khan che utilizza ancora gli acuti che col passare degli anni si diradarono e un andamento medio che punta sulla raffinatezza degli arrangiamenti. “Bound To Suffer” è più marcatamente prog pur mantenendo un piglio epico (probabilmente si tratta di un’outtake di “Parallel Minds”), ed è caratterizzata dal solito assolo pieno di tecnica e feeling da parte di Tore Østby. Infine lo strumentale “By Dawn’s Early Night” che contiene delle variazioni che troveremo negli insuperati Ark un decennio dopo e mette in risalto tutte la qualità tecnica del quartetto.

Leggermente meno interessanti le bonus contenute nella ristampa di “Parallel Minds”, che invece, come album, ha avuto un ruolo cardine nell’esplosione commerciale che la band ebbe nella prima metà degli anni’90. Si tratta infatti della versione demo della power band “Silent Crying” molto simile all’originale a parte la parte centrale contenente una porzione elettrica che non avrebbe stonato nella scaletta ufficiale e poi due live tracks del singolo di maggior successo, “Roll The Fire”, e della stessa “Parallel Minds” entrambe rese in maniera molto potente e più “metal” che nelle versioni da studio.

Anche nella ristampa dello splendido e smaccatamente più progressivo “In Your Multitude”  troviamo in aggiunta una versione demo, quella della title track, vagamente più blues dell’originale con Østby a dare la sua migliore versione di Gary Moore“Move Closer” inizia soft e arpeggiata e invero non ha uno sviluppo particolarmente accattivante, anche a causa di una linea vocale non a fuoco mentre “Gravity” parte diretta ed è più stimolante benché ruvida.

Concludiamo la disanima del poker di album che i Conception pubblicarono tra il 1992 ed il 1997 con la ristampa di “Flow”, album che faceva presagire sviluppi interessanti per la band (in una nuova direzione) ma che fu anche il probabile motivo dello scioglimento temporaneo fino a qualche anno fa. La versione demo di “Cry” è molto vicina all’originale quindi concentriamoci sulle altre due bonus track. “Hand On Heart” (no, non è la cover dei Queensrÿche) viaggia snella e spedita ed è perfettamente in linea col materiale contenuto su “Flow”, quindi ritornello melodico e memorizzabile, sottofondo musicale moderno rispetto a quanto prodotto in precedenza e il solito strepitoso assolo di chitarra. “Sundance” invece incorpora gli elementi acustici e flamenco presenti nel songbook dei nostri già dai tempi di “The Last Sunset” pur non essendo un pezzo riuscitissimo.

In conclusione, anche alla luce dell’ottimo “State Of Deception”, è un bene che i Conception siano ritornati in attività, sia per la qualità della proposta (di fatto non hanno mai sbagliato un colpo) che per il valore storico che ebbero nello sviluppo delle sonorità prog metal in Europa nei primi anni ’90.

Etichetta: BMG

Anno: 2022


Sito Web: https://conceptionmusic.com

alberto.capettini

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Fan di rock pesante non esattamente di primo pelo, segue la scena sotto mentite spoglie (in realtà è un supereroe del sales department) dal lontano 1987; la quotidianità familiare e l’enogastronomia lo distraggono dalla sua dedizione quasi maniacale alla materia metal (dall’AOR al death). È uno dei “vecchi zii” della redazione ma l’entusiasmo rimane assolutamente immutato.

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