Liberamente, ma neanche tanto, tratto da “La Fabbrica Di Cioccolato”, film con l’indimenticabile Gene Wilder nei panni di Willy Wonka, lider maximo della fabbrica (e con buona pace del poco riuscito remake di qualche anno fa con Johnny Depp) o, prima ancora, del libro per bambini di Roald Dahl, arriva oggi, a noi “Primus & The Chocolate Factory”, adattamento musicale e psicoattivo delle opere sopracitate.
Se il libro, come ancor più il film, proponevano atmosfere lisergiche, condite da coloratissime situazioni surreali, anche questo disco ne è pervaso. Le canzoni assumono connotati da filastrocche e scioglilingua (è vero anche che questa è stata più o meno sempre una prerogativa della band di Claypool & co.), ambientate in un passato remoto fatto di caroselli e vecchie giostre vorticanti. Questo è anche merito della varietà di soluzioni offerta dalla collaborazione col Fungi Ensamble, visto che, ad esempio, dobbiamo aspettare il quarto pezzo (“Golden Ticket”), prima che si faccia presente l’inconfondibile basso di Les Claypool.
La storia del disco riprende pari, pari, quella a noi ormai nota, narrando di bambini che desiderano visitare la fabbrica di Mr. Wonka, biglietti dorati che permettono di farlo, Oompa Loompa, fiumi fatti di sciroppo e caramelle che non si esauriscono mai, diventando, più che un tributo, una vera e propria ri-immaginazione della colonna sonora.
I pezzi, ricalcano in maniera cronologica gli eventi, soffermandosi, talvolta, anche sugli avvisi, disseminati nei momenti salienti, degli Oompa Loompa (riprendendo anche il classico motivetto che li accompagnava ogni volta che apparivano). Questa colonna sonora ri-registrata in chiave moderna, riesce a far fondere le atmosfere cupe e tendenti verso il basso dei Primus, con quelle più lisergiche e, talvolta, inquietanti del vecchio film. Il famoso verso “The Candyman Can” (da “The Candyman”), ad esempio, viene estrapolato dal contesto gioioso dell’originale, diventando quasi una litania minacciosa.
Questa sperimentazione da parte della band (alla quale si è aggiunto nuovamente Tim Alexander alla batteria), ricalca, quasi, quelle ben più solari e innocue dei Beatles di “Yellow Submarine”, portando tutto ad un livello superiore. I Primus riescono a realizzare una rivisitazione di una colonna sonora così complessa e variegata, senza snaturare il proprio suono ma, anzi, evolvendolo a qualcosa di ancor più claustrofobico e concentrico.
Sperimentare l’ascolto di questo disco, non per forza in condizioni psico-fisiche alterate, potrebbe risultare un’esperienza a tratti terrificante e, sicuramente, da fuori di testa.
Detto questo, sia chiaro che il lavoro di ri-scrittura e reinterpretazione di un repertorio così particolare, non è roba facile e, i Primus, ne escono come sempre con gran dignità e con quel piglio di originalità che, quasi sempre, li ha contraddistinti nel corso della loro quasi trentennale carriera.
Se siete dei fan di Les Claypool o di Willy Wonka (o di entrambi, visto che tra i due personaggi ci sono parecchi punti di contatto, a partire dalla lucida follia di cui entrambi i personaggi sono portatori sani), l’avviso è che, questo, è un album da possedere, assolutamente.
Voto recensore 7 |
Etichetta: Prawn Song Records Anno: 2014 Tracklist: 01. Hello Wonkites Sito Web: http://primusville.com/splash/ |