Monster Magnet – Recensione: Milking The Stars: A Re-Imagining Of Last Patrol

Dave Wyndorf, frontman e padrone assoluto dei Monster Magnet, definisce questo album in questa semplice frase: “Milking the Stars” è una versione ri-immaginata di “Last Patrol”, che include quattro nuove canzoni e sei rivisitazioni di brani dello scorso album, il tutto condito con una strana vibrazione anni ’60.

E, infatti, tutto l’album è pervaso da un’atmosfera lisergica e affine (per arrangiamenti e mood) al rock più sperimentatore e psichedelico, proprio di fine anni ’60.

“Mindless Ones” (che qui diventa “Mindless Ones ‘68”), ne è un esempio perfetto. Non solo a causa del titolo, ma, soprattutto, per le chitarre liquide, il tamburello costante, le linee di basso “mobili” e l’organo elettrico che la fa da padrone.

L’ispirazione di queste scelte stilistiche risale nella ben nota passione di Wyndorf per i fumetti. Infatti la realizzazione dell’album deriva da una semplice domanda: “What If?” (“Cosa succederebbe se?”), che è anche il titolo di una collana della Marvel, che esplorava universi paralleli in cui le cose andavano diversamente a seconda se fosse accaduto o meno un determinato fatto.

E le coordinate su cui si muove questo “Milking The Stars”, non sono per niente differenti, perché le domande venute fuori dalla mente del vulcanico leader sono state tipo: “Cosa sarebbe successo se queste canzoni fossero state registrate nel ’68?”, “Cosa succederebbe se trasformassimo una canzone rilassata in una arrabbiata?” o “Che effetto farebbe aggiungere organi e Mellotron inquietanti e come influenzerebbero la vibrazione emozionale della canzone?”.

“End Of Times”, così, include anche delle piccole citazioni a “Born To Be Wild”, degli Steppenwolf, “Hellelujah” (piena di fuzz, come cita il sottotitolo), si trasforma in un gospel psicotico da deviati bifolchi fanatici religiosi, provenienti dalle più nascoste paludi della Lousiana, l’intensa “I Live Behind The Clouds”, in questa versione, diventa assai più dura, grazie ad accompagnamenti ossessivi e un malefico assolo in wah, oltre che lievemente ampliata (si parla di dieci secondi in più, ma Wyndorf ci teneva a specificarlo…). “Stay Tuned” (anche qui il sottotitolo cita: “addirittura più triste”) si trasforma in un proclama fatto di voci e chitarre liquide, mentre la conclusiva “The Duke” risulta più piena nell’arrangiamento, grazie ad una grancassa più presente e ritmiche chitarristiche dal piglio southern.

Le nuove composizioni, invece, ricalcano le atmosfere sia di quest’album, che dei Monster Magnet, in generale. “Let The Circus Burn” è un’ottima intro song, soffusa e, allo stesso tempo vorticosamente ossessiva, mentre la title track, fa della melodia concentrica il suo forte. Wyndorf, con voce a volte sofferta, a volte arrabbiata, ci guida in questo viaggio fatto di fuzz in lontananza e chitarre calme, ma non per questo meno minacciose. A completare il lotto di nuove canzoni, vanno ad aggiungersi le inferiori, seppur godibili “No Paradise For Me” e la strumentale “Goliath Returns”, sempre in pieno Monster Magnet style.

“Milking The Stars”, dunque, risulta assolutamente un must have per tutti i die-hard fan del gruppo del New Jersey, ma anche per chi ha semplicemente voglia di ascoltare rock pesante, monolitico e senza compromessi. Se, poi, ci aggiungete il fatto che esiste una versione deluxe, con due brani del precedente “Last Patrol”, eseguiti dal vivo nella veste qui riproposta, allora direi che il gioco è fatto.

Voto recensore
7,5
Etichetta: Napalm Records

Anno: 2014

Tracklist:

01. Let The Circus Burn

02. Mindless Ones '68

03. No Paradise For Me

04. End Of Times (B-3)

05. Milking The Stars

06. Hellelujah (Fuzz And Swamp)

07. I Live Behind The Clouds (Roughed Up And Slightly Spaced)

08. Goliath Returns

09. Stay Tuned (Even Sadder)

10. The Duke (Full On Drums 'N Wah)


Sito Web: www.zodiaclung.com/

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