Rosae Crucis – Recensione: Massoneria

Ritorno a lungo atteso quello dei Rosae Crucis, gruppo storico della scena epic metal italiana che ha raggiunto uno status di cult band grazie alle stupende demo intitolate “Il re del mondo” (1991) e “Fede potere e vendetta” (1996); negli ultimi anni questi lavori sono stati registrati come album ufficiali ed ovviamente rivisti (abbandonando un taglio più classic/epic a favore di un power tosto, più veloce e sempre molto epico) ed arricchiti con altro materiale.

Un particolare che ha sempre contraddistinto il gruppo romano è l’utilizzo della lingua italiana per i testi delle canzoni; l’unica eccezione è “Worms Of The Earth” (2003), eccelso concept album dedicato a Bran Mak Morn, uno dei tanti stupendi personaggi creati dalla penna di R. Howard.

Come si evince sin dal titolo… il nuovo album “Massoneria” riporta i nostri all’uso dell’italiano. L’opera è un concept tematico che ha come fulcro ovviamente le società segrete (a una di queste i musicisti hanno già dedicato anche il proprio monicker…), spaziando dalla P2 (“Summi Architecti Gloriam”) ai templari e molto altro ancora.

Ad un primo ascolto si vien subito travolti dal refrain e dalla potenza di “Sancta Sanctorum” uno dei brani più immediati e diretti dell’intero lavoro; la voce di Ciape è ancora satura di potenza ed energia e non mancherà di diffondere emozioni a tutti i cuori dei defender.

Altri pezzi particolarmente diretti e melodici sono l’opener “Hiram Abif” (che narra le vicende legate al costruttore del mitico tempio di Salomone) e la title-track dell’album, un vero inno all’epic metal più rotondo e massacrante; semplicemente maestoso il coro con più voci che si accavallano e creano un effetto davvero colmo di profondità.

La carattestisca principale di “Massoneria” non è però l’immediatezza dei brani, così come capitava nelle precedenti release; nella maggior parte dei casi è necessario ascoltare più volte i pezzi per gustare fino in fondo la sapienza compositiva che la band ha raggiunto. In questo senso va sottolineato il lavoro di fine cesellatura dei due chitarristi, il membro storico Andrea Magini e Tiziano Marcozzi, in praticamente tutti i brani. I riff e le melodie si alternano a eccellenti fasi ritmiche che vengono esaltate anche da una registrazione di tutto rispetto. Un esempio su tutti è proprio “Militia Templi”, pezzo tutt’altro che immediato, in cui possiamo apprezzare la linea del basso di Daniele Cerqua e i cambi repentini di tempo del batterista Piero Arioni.

I Rosae Crucis colpiscono nel segno anche quando rallentano i ritmi come nel caso della cavalcata epica “Il Marchio dell’infamia” (che insieme a “Guerra santa” e “Militia Templi” costituisce di fatto un mini-concept dedicato ai templari) e della conclusiva ballad “Terra mia”, pezzo particolarmente riuscito e nient’affatto scontato (come alle volte capita per i lenti); in questo brano vien fatto un ampio uso di chitarre acustiche e l’interpretazione di Ciape colpisce a fondo. Il testo è un inno alla propria terra e conquista fin da subito… ma ascolto dopo ascolto vi piacerà sempre di più. Davvero un finale di impatto abnorme che ti fa nascere subito il bisogno di altre song firmate Rosae Crucis.

Voto recensore
8,5
Etichetta: My Graveyard Productions

Anno: 2014

Tracklist:

01. Menzogna, ignoranza, ambizione

02. Hiram Abif

03. Sancta Sanctorum

04. Militia Templi

05. Guerra santa

06. Il Marchio dell'infamia

07. Fama Et Confessio Fraternitatis

08. Summi Architecti Gloriam

09. Massoneria

10. Oriente Eterno (K466)

11. Terra mia


Sito Web: http://www.rosaecrucis.it/

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