Forgotten Tomb – Recensione: Hurt Yourself And The Ones You Love

Realtà nostrana di assoluto spessore e per molti aspetti pioniera di un certo tipo di sonorità, il collettivo dei Forgotten Tomb torna sul mercato discografico con l’ideale continuatore dell’ottimo “…And Don’t Deliver Us From Evil”. Un titolo come “Hurt Yourself And The Ones You Love” non lascia il minimo dubbio circa il prosieguo lirico/concettuale ma soprattutto musicale che pesca da un bacino di nichilismo, negatività, depressione e dolore, tanto fisico quanto psicologico.

Il combo guidato dal chitarrista/vocalist piacentino Herr Morbid  tiene ormai saldi e sviluppa quei risultati di un’evoluzione che nel corso del tempo è stata lenta ma costante ed ha portato la band a una sempre più sentita ricerca del groove nei pezzi proposti, senza rinunciare alla natura drammatica e malinconica delle strutture black/doom che la caratterizzano. Album pesante, fisico, ma altrettanto ricco di aperture melodiche e interpretazioni sentite, “Hurt Yourself And The Ones You Love” si muove disinvolto tra ciò che la band ha creato nel suo percorso ed esigenze di modernità che non compromettono l’usuale cappa avvolgente dalla quale non filtra nemmeno uno spiraglio di luce.

L’album è fatto di pezzi tesi e vivi sebbene dolorosi, in cui la voce di Morbid partecipa con un’aggressività che ci pare maggiore rispetto al passato recente, accompagnata dal suono corposo delle chitarre di A.  e dello stesso leader insieme al basso pulsante di Algol, che forma una sezione ritmica intransigente ma fantasiosa con il batterista Asher. “Soulless Upheavel” apre le danze con rigore ma non risparmia una melodia portante efficace nella sua intransigenza, risultato del computo tra un algido black metal e rallentamenti solfurei che spesso lasciano spazio a passaggi atmosferici dove emerge l’estro delle composizioni. L’ascolto bilancia molto bene tracce potenti e groovy ad altre più lente, sinistre liturgie che non trascurano acide soluzioni quasi in chiave stoner (la melodia portante di “Bad Dreams Come True”), nè mantra vocali e strumentali che rendono episodi come la titletrack oppure “Dread The Sundown”, canzoni tra le più martellanti e ipnotiche composte dal gruppo negli ultimi tempi.

La strumentale da un titolo significativo come “Swalllow The Void” chiude con introspezione e suoni di resa un’opera che di nuovo ribadisce il valore dei Forgotten Tomb nello sviluppo di questo sound tanto cupo e annichilente.

Voto recensore
7
Etichetta: Agonia Records

Anno: 2015

Tracklist:

01. Soulless Upheaval
02. King Of The Undesirables
03. Bad Dreams Come True
04. Hurt Yourself And The Ones You Love
05. Mislead The Snakes
06. Dread The Sundown
07. Swallow The Void


Sito Web: http://www.forgottentomb.com/

andrea.sacchi

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Poser di professione, è in realtà un darkettone che nel tempo libero ascolta black metal, doom e gothic, i generi che recensisce su Metallus. Non essendo molto trve, adora ballare la new wave e andare al mare. Ha un debole per la piadina crudo e squacquerone, è rimasto fermo ai 16-bit e preferisce di gran lunga il vinile al digitale.

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