Il ritorno dei Marduk è un appuntamento di sicuro interesse per gli appassionati di black metal, non solo considerata la storicità del gruppo, ma anche alla luce delle aspettative di miglioramento maturate dopo un platter interlocutorio come “Serpent Sermon” (la recensione), che solo due anni e mezzo fa, fotografava una band non certamente al top delle sue potenzialità.
“Frontschwein” (i dettagli) aggiusta decisamente il tiro, innanzitutto recuperando le tematiche storico/guerresche su cui si incentra gran parte del panorama lirico del gruppo e poi grazie a una serie di episodi che di fatto non fanno altro che ricalcare lo standard espressivo della corazzata svedese, ma nel migliore dei modi. “Frontschwein” si concentra in buona parte su mid tempos dai tratti epici e testimoni di un bagaglio tecnico che teme pochi rivali, alternati ad altri brani molto più muscolari e veloci (sotto certi aspetti, “Afrika” ricorda i tempi di “Panzer Division Marduk”).
La titletrack posta ad aprire il disco, ci mostra subito una band convinta e sicura di sé attraverso un brano intransigente guidato dalle cascate di riff di Morgan Håkansson e da una sezione ritmica compatta e dalla precisione chirurgica. Il basso di Devo Andersson è una sicurezza, ma vogliamo citare l’assoluta bontà del nuovo innesto Fredrik Widigs, un batterista potente e preciso che non fa mancare nulla alla prova. Mortuus appare a proprio agio, il suo screaming, sempre simile a un ululato diabolico, raggiunge interessati vette interpretative, a nostro parere soprattutto quando i brani si fanno rarefatti e misteriosi e la band preferisce esprimersi con i mid tempos.
E come dicevamo, ve ne sono in abbondanza su “Frontschwein”, a cominciare da “The Blond Beast”, brano retto da una melodia portante epica che farà immediatamente presa, ma anche “Nebelwerfer”, “Doomsday Elite” e l’atipica “503”, pezzo realmente marcio e dai risvolti doomish che non lesina quelle soluzioni leggermente sperimentali adottate dalla band in tempi recenti.
“Frontschwein” non risparmia nemmeno episodi snelli e diretti dove la violenza esecutiva è in prima linea, ma tenuta a bada dall’esperienza di un ensemble che torna nel 2015 come una solida conferma. La citata “Afrika” preme sull’acceleratore senza il minimo compromesso, lo stesso fa “Rope Of Regret”, tuttavia bilanciata da sinistri rallentamenti e il meglio arriva in occasione della conclusiva “Thousand-Fold Death”, forse uno dei brani più oltranzisti composti dal gruppo negli ultimi tempi. Un pezzo maligno e di una velocità impressionante che si snoda su tappeti di riff compressi, interpretato dallo screaming raggelante di Mortuus.
Purtroppo non manca una manciata di episodi incolore, meno sentiti rispetto a quelli menzionati, ma “Frontschwein”, pur non fregiandosi dell’etichetta di capolavoro, ci consegna una band in buonissima forma.
Voto recensore 7 |
Etichetta: Century Media Records Anno: 2015 Tracklist: 01. Frontschwein Sito Web: http://marduk.nu/ |
Per me trattasi dell’ ennesimo buon disco (dell’era Mortuus) ma nulla di più. Album metabolizzato nel giro di una settimana (dalla sua data di uscita) ma che non si lascia riprendere in mano facilmente (forse poco longevo sulla lunga distanza). Ho trovato un pò deludente (e irritante) il brano “afrika” per via del ritornello un pò frivolo ripetuto fino alla nausea. Quattro i miei brani preferiti: “wartherland” “between the wolf-packs” “nebelwerfer” e “thousand – fold death”. Poi non so ma il suono di quest’ album, (in particolare della chitarra) in alcuni frangenti di certi brani mi ha rievocato tantissimo le sonorità dei Destroyer 666.