“Cult Of Steel” è il terzo album consecutivo negli ultimi tre anni per i Lonewolf che continuano sulla strada tracciata precedentemente cercando di migliorare il tiro ad ogni nuova uscita. In questo caso possiamo dire che l’operazione della band francese riesce in pieno e con il nuovo platter probabilmente i nostri mettono a segno la loro miglior prova (almeno fino ad ora).
Basterebbe dire che “Cult Of Steel” è un ottimo esempio di power metal e metal classico con alcune tracce di speed e tanta melodia old style per chiudere la recensione ma val la pena di approfondire perché i Lonewolf sfornano dieci pezzi quasi tutti di buon livello.
Sin dalle prime battute sono evidenti le fonti di ispirazioni dei nostri…. La title-track è un pezzo con i ritmi tipici dei Running Wild e con il classico stile-cavalcata degli Iron Maiden; in più il singer e chitarrista Jens Borner sfoggia come sempre un vocione a metà strada fra Rock’n’Rolf, Boltendahl e Udo… e ovviamente questa linea vocale alla cartavetra contribuisce fin da subito ad accrescere la simpatia per il combo d’oltralpe.
I quattro musicisti francesi sono dei die-hard fan del metal puro e classico e di conseguenza non troverete la benché minima traccia di ricerca musicale in questo CD ma tanto sano metal; anche i testi sono tutt’altro che ricercati e rielaborano senza troppa fantasia tutti i clichées tipici del genere (come pure la copertina che nonostante il classico demone migliora decisamente per quanto riguarda la resa).
Quel che colpisce fin dal primo ascolto è invece la qualità e il “tiro” di quasi tutti i pezzi. Se l’opener ci ha conquistato non è da meno “Werewolf Rebellion” in cui il chitarrista Alex Hilbert inanella parti ritmiche, melodie e assoli di gran pregio e personalità.
Un pugno nello stomaco sono le veloci “Blood Of The Heretic” (che ricorda parecchio la gloriosa “Whirlwind” dei Running Wild), “The Grey Wolves” e “Force To Fight” ma i nostri sanno stupire anche quando rallentano e infatti la cadenzata “Funeral Pyre” riesce a creare quell’atmosfera epica e di trasporto emozionale che solo le band con personalità riescono a trasmettere.
Altri pezzi riusciti sono ad esempio la potentissima “Open Fire” (anch’essa chiaramente ispirata dai Running Wild di metà carriera) che ha come protagonista il bassista Rikki Mannhard (grazie ad una registrazione che ne esalta i meriti) e la rutilante cavalcata intitolata “Hordes Of The Night.”
Per concludere non ci resta che indicare “Cult Of Steel” come un buon esempio di metal inossidabile e privo di fronzoli che farà la gioia di chi considera le variazioni o le “progressioni” come il fumo negli occhi.
Voto recensore 7,5 |
Etichetta: Massacre Records Anno: 2014 Tracklist: 01. The Cult Of Steel 05:13 Sito Web: https://www.facebook.com/lonewolfdivision |