Tornano sulla breccia gli svedesi Demonical con “Chaos Manifesto”: bignami di ignoranza death metal tipicamente nordico. Persa per strada la voce del cantante Sverker “Widda” Widgren, la band si è ricompattata piuttosto bene, ricostruendo attorno al bassista Martin Schulman un nuovo inizio. Si parte subito bene come “A Void Most Obscure”: testa basta e pestare dall’inzio della canzone fino alla fine.
“Towards Greater Gods” subito dopo non scherza, e picchia come una forsennata. Ottimi suoni, determinazione ed un sottile piglio melodico che trascina dall’inizio alla fine. Una canzone che “profuma di scena death metal” svedese dall’inizio alla fine. In pochi minuti tantissime suggestioni, con un mix tra Dismember ed Entombed a sgomitare nelle orecchie.
Pedale dell’acceleratore alzato per “Välkommen Undergång”: canzone decisamente più “rilassata” da parte dei nostri che scelgono di giocare sull’emozione e sui tempi medi. Buono l’impatto dei riff, per una canzone che pur senza trovare delle innovazioni particolari regala buone sensazioni e concretezza. Fine della ricreazione con la successiva “Torture Parade”. Una vera a propria frustata per chi ascolta. Ad impreziosire il tutto trame di chitarra che sibiliano melodie che rendono la canzone un piccolo gioiello.
Perla del disco la cupa “From Nothing” (In questa canzone potrete ascoltare l’enorme quantità di “danni” fatta dal buon Peter Tägtgren nda.). Melodica, disperata e dai fortissimi tratti epici. Debole e prevedibile “Unfold Thy Darkness”, nonostante un break centrale a far respirare una canzone scritta senza troppa spinta creativa. Bella la chiusura dell’album con “Death Unfaithful”: canzone dinamica e potente dai tratti tipicamente Dismember. Non una sorpresa dal punto di vista creativo, ma certamente una bella rasoiata.
La principale pecca di questo disco è il sostanziale immobilismo compositivo. Una scelta ben precisa, che permette ai Demonical di giocare sul sicuro senza prendersi troppi rischi.
Se già con l’EP “Black Flesh Redemption” e l’ancora precedente full-lenght “Demonical Unbound” i nostri avevano dimostrato di non volersi spostare di troppo dal genere, con “Chaos Manifesto” diventa evidenta la voglia di rivendicare l’appartenenza ad un genere. Senza troppi fronzoli, senza troppe indecisioni.
“Qui si fa il Death Metal o si muore!” (quasi cit.).