The Dead Daisies – Recensione: Best Of

Sono passati più di dieci anni dalla nascita dei The Dead Daisies, il collettivo formato a Sydney, Australia dall’incontro tra Jon Stevens e David Lowy e da allora il gruppo ha rilasciato ben otto album e al suo interno sono transitati svariati musicisti e cantanti che con il loro inconfondibile stile ed esperienza hanno contribuito a caratterizzare il sound della band. L’obiettivo dei The Dead Daisies è sempre stato quello di suonare del buon vecchio rock ‘n’ roll senza fronzoli e di portare la loro musica ad un numero sempre maggiore di spettatori e possiamo ampiamente affermare che ci sono riusciti, grazie anche all’opportunità di aprire per nomi illustri come i Guns N’ Roses, Whitesnake, Kiss ecc. Ora per il gruppo è venuto il momento di raccogliere il frutto del loro lavoro e di rilasciare un album che ne traccia l’evoluzione e che ne riassume l’essenza, infatti questo “Best Of” vede inclusi brani tratti da sei dei loro precedenti album, compresi alcuni dei preferiti della band  e altri che sono diventati una parte fondamentale della set list nei live ed in più sono presenti anche due tracce inedite provenienti dalla loro ultima sessione di registrazione.

Impossibile non lasciarsi coinvolgere da pezzi come la vigorosa e anthemica “Mexico” e “Midnight Moses”, composizione in origine registrata dalla Sensational Alex Harvey Band e diventata un brano che sembra cucito come una seconda pelle per il gruppo, oppure da “Something I Said”, intensa ballad dalla forte anima soul, impreziosita a puntino da un coro gospel che la rende ancora più evocativa. Non da meno la robusta e coinvolgente “Long Way To Go” tratta da “Make Some Noise” del 2016 in cui l’influenza degli Ac/Dc ben si sposa con l’ugola roca di Corabi, oppure “Song And A Prayer”, hard rock accattivante e di classe in cui i nostri sono maestri.

Non viene trascurato neanche il passato più recente, quello caratterizzato dall’ingresso di Glenn Hughes alla voce con brani come “Holy Ground”, la trascinante “Unspoken”, l’aerosmithiana “Bustle And Flow” e da “Radiance”: “Hypnotize Yourself” e “Born To Fly”, due delle composizioni più rappresentative dell’ultima uscita in studio. In chiusura troviamo due nuovi brani, “The Healer” caratterizzato da un sound più cupo e avvolgente che si allontana un po’ dal loro classico trade mark sonoro, impreziosito da un potente e centrale assolo di chitarra da parte del bravo Aldrich e “Let It Set You Free”, di matrice classica, più seventies-oriented e dalla ritmica vibrante.

Inutile dire che questo “Best Of” è un ottimo biglietto da visita per chi si vuole avvicinare per la prima volta alla musica dei The Dead Daisies e  sintetizza nei venti brani presenti il meglio prodotto da Lowy e soci nel corso della loro carriera. Anche i collezionisti troveranno questa uscita di loro interesse, grazie alla presenza dei due inediti, per gli altri è un ascolto indicato come ripasso in attesa della loro calata in Italia in autunno.

Etichetta: SPV/Steamhammer

Anno: 2023

Tracklist: CD 1: 01. Miles In Front Of Me 02. Lock N’ Load (feat. Slash) 03. Face I Love 04. Mexico 05. Midnight Moses 06. With You And I 07. Something I Said 08. Fortunate Son 09. Long Way To Go 10. Song And A Prayer CD 2: 01. Make Some Noise 02. Resurrected 03. Rise Up 04. Holy Ground (Shake The Memory) 05. Unspoken 06. Bustle And Flow 07. Hypnotize Yourself 08. Born To Fly 09. The Healer 10. Let It Set You Free
Sito Web: http://thedeaddaisies.com/

eva.cociani

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Amo la musica a 360 gradi, non mi piace avere etichette addosso, le trovo limitanti e antiquate, prediligo lo street, il glam e anche il goth, ma non disdegno nulla basta che provochi emozioni. Ossessionata dalle serie tv, dalla fotografia, dai viaggi e dai live show mi identifico con il motto: “Live the life to the fullest”.

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