Mark Jensen non ancora sazio per il successo ottenuto con gli Epica, ha messo in piedi questo nuovo progetto parallelo sotto il monicker Mayan. Si tratta di una versione maggiormente estrema della band olandese, che aggiunge al metal operistico una buona dose di vocals growl e bordate death, senza tralasciare la parte più sinfonica ed orchestrale, ormai marchio di fabbrica di Mr. Jensen. “Quarterpast” è un lavoro interessante, nato sicuramente sotto una buona stella, piacevole da ascoltare per la sua eterogeneità, ma non perfetto in tutte le proprie sfaccettature. Ma andiamo con ordine.
I Mayan propongono musica di qualità, e su questo non ci piove, viste la partecipazione di nomi più o meno noti della scena metal orange ed internazionale. “Quarterpast” è composto da brani lunghi e finemente strutturati, che poggiano su riff monolitici, che lasciano spazio a momenti maggiormente boombastici, in cui a prendere il sopravvento sono archi e fiati. Gli interventi dell’orchestra rendono il disco appetibile per i fans degli Epica e del metal gothic sinfonico che va per la maggiore negli ultimi anni, ma, in certi momenti si ha la sensazione che le parti siano messe lì proprio perché il pubblico se le aspetta. L’opener “Symphony Of Aggression” non cade in questo tranello e nei quasi suoi otto minuti di durata scorre via come un fiume in piena e ci travolge con growl rabbiose ed un arrangiamento tenebroso ed horrorifico degno di King Diamond. Quando i Mayan cercano la via più raffinata, sono capaci di trovare con naturalezza l’equilibrio perfetto tra due generi agli antipodi, unendo clean e vocals estreme, tanto che sembra di essere al cospetto dei Kamelot di “March Of Mephisto”. Ascoltare “The Savage Massacre” e “Bite The Bullet” per credere. “Quarterpast” è un disco ambizioso, di classe, talvolta soffocante, altre poco digeribile per il desiderio di strafare e di mettere tanta carne al fuoco. “Celibate Aphrodite” ad esempio spinge troppo verso il lato più gotico e soft e finisce per generare un effetto sonnolenza.
Ma l’esordio dei Mayan non può passare inosservato, non solo per i protagonisti coinvolti e la capacità di accontentare un pubblico vasto. “Quarterpast” può dare il via ad una nuova, importante avventura per Mark Jensen: a patto che si tratti di una band vera e propria e non solo costruita a tavolino per sfruttare il bollino – Epica furbescamente appiccicato in bella evidenza in copertina.