Recensione: Eupnea

Se n’erano andati senza clamore, un gruppo di amici che avevano deciso di prendere strade diverse anche musicalmente; nelle loro ultime mosse discografiche avevano osato (forse troppo) andando a snaturare eccessivamente un sound che di rock non aveva più nulla ma era pura elettronica in chiave pop. Da questa separazione erano nate due entità abbastanza interessanti come Tiny Giants e Bullet Height ma Chloë Alper e Jon Courtney sono fatti per stare insieme e provano oggi a ricreare quella magica alchimia che pubblica dischi a nome Pure Reason Revolution.

Quando una band esordisce con un capolavoro come “The Dark Third” difficilmente riesce a tenere lo stesso standard per tutta la carriera; ci prova “Eupnea” a rispolverare quella ispirazione e dobbiamo riconoscere che ci avviciniamo molto all’obiettivo.

Gli intrecci tra la voce nasale di Jon e quella cristallina di Chloë sono sempre lì, già da “New Obsession”, un pezzo che cresce in maniera quasi tribale nonostante gli strumenti sembrino muoversi intimiditi, almeno fino alla porzione finale in cui, in mezzo al tambureggiare, emerge una chitarra psichedelica inaspettata.

“Silent Genesis” sembra proprio provenire dalle sessioni del primo album con quel suo incedere sinuoso nel modo tipico degli inglesi; dopo il tour dei Bullet Height, Courtney ha raccontato di essersi trovato a comporre materiale in una vena decisamente più prog che elettronica e questo è stato il presupposto alla reunion. A completare questa chiusura del cerchio il coinvolgimento in sede compositiva del primo co-chitarrista Greg Jong anche se la formazione ufficiale è limitata ai due leader.

“Maelstrom” è il potenziale singolo, vista la vena melodica e catchy che la contraddistingue ma è innegabile che ci fa estremo piacere riascoltare le ritmiche distorte e pesanti di “Ghosts & Typhoons” che non lesina in arrangiamenti di classe visto che entrambi i musicisti si sono sempre occupati anche delle tastiere che utilizzano come riempimento (probabilmente il pezzo che i nostalgici dei primi Pure Reason Revolution si aspettavano da anni e si erge a momento clou dell’album).

Anche la title track racchiude vari scenari musicali al suo interno: dal riffing vicino ai Muse di inizio carriera, alle voci filtrate, i passaggi all’unisono, l’elettronica latente… una degna conclusione di un ritorno inaspettato e benvenuto.

Detto della copertina surrealista d’impossibile interpretazione speriamo che l’avventura dei Pure Reason Revolution 2.0 possa avere lunga vita perché c’è estremo bisogno di talento e innovazione, ed “Eupnea” ha di tutto questo un po’.

Alberto Capettini

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Fan di rock pesante non esattamente di primo pelo, segue la scena sotto mentite spoglie (in realtà è un supereroe del sales department) dal lontano 1987; la quotidianità familiare e l’enogastronomia lo distraggono dalla sua dedizione quasi maniacale alla materia metal (dall’AOR al death). È uno dei “vecchi zii” della redazione ma l’entusiasmo rimane assolutamente immutato.

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