Powerwolf + Dragonforce: Live Report e foto della data di Milano

Quello del 24 novembre era un Alcatraz pieno fin quasi al sold out, e già questa notizia ha dell’incredibile, ma la cosa  ancora più sorprendente è stata vedere una coda partire dall’inizio di via Piazzi già dalle 18 (e mi dicono che era così anche prima).

Certo, l’inizio dei concerti per le 18.40 ha costretto parecchia gente a fare le “corse”; del resto volevi mica perderti i “Re della guerra”?

WARKINGS

Ma andiamo con ordine. I Warkings, per la per la prima volta nel nostro paese, hanno superato senza difficoltà  l’impatto live, dimostrando di saper stare sul palco e di saper intrattenere il pubblico, che già li acclama con l’urlo “Fight, Fight, Fight”!

Templari, spartani, inni di battaglia, ovviamente non possono mancare legioni romane e rune celtiche vichinghe, ma la ciliegina sulla torta  è stata senza dubbio la cover di “Bella ciao”.

Parecchie idee, forse troppe, nonostante tutto però pare che piacciano al pubblico.
Da rivedere magari in uno show tutto loro.

Setlist:

The Last Battle

Spartacus

Maximus

Monsters

Fight

Hephaistos

Sparta

Gladiator

DRAGONFORCE

Primo cambio di palco, vengono rimossi stendardi, bandiere, drappi e da campo di battaglia, lo stage diventa una enorme sala giochi in perfetto stile anni 80, dove erano in scena i classici videogames degli anni d’oro. Già per questo scenario i Dragonforce diventano i migliori della serata.

La band ha svolto il suo compito alla perfezione, con uno show dinamico e  con il consueto marchio di fabbrica dei DragonForce, “l’extreme power metal”, caratterizzato da note sparate alla velocità della luce.
La band otto volte su dieci va a 180 all’ora, e le restanti due si limita ad andare a 150!
Se fosse un team di formula uno o moto mondiale, sarebbe certamente da podio. Ottime le luci e i fumi, i suoni sono pressoché perfetti,  

I due frontman, Herman Li e Marc Hudson, si sono esibiti in un vero e proprio show e, anche se sono ormai lontani i tempi in cui si esibivano in salti circensi dalle pedane elastiche, questa band sa davvero come intrattenere il pubblico.

Impeccabile la performance dell’ultima arrivata, Alicia Vigil, che alle quattro corde ha sciorinando una prestazione senza sbavature, rincorrendo per tutta la durata del concerto quei pazzi dei suoi compagni alle chitarre.

La band ha proposto una scaletta di tutto rispetto, composta da pochi,  brani, sette in tutto, che vede i classici cavalli di battaglia miscelati a brani tratti dall’ultimo “Extreme Power Metal”.

Il pubblico in sala è palesemente soddisfatto e divertito, il resto della band svolge il suo compitino in modo impeccabile e dopo “My Heart Will Go On”,  si prosegue con “Cry Thunder” e “Through The Fire And Flames”, che considero senza dubbio il momento più esaltante della serata, una song talmente trascinante che induce al pogo senza rendersene conto. Una perfetta conclusione per un concerto che, seppur in forma ridotta (forse troppo), ha letteralmente infiammato un Alactarz ormai stracolmo.

Setlist:

Highway to Oblivion

Three Hammers

Fury of the Storm

The Last Dragonborn

My Heart Will Go On (Céline Dion cover)

Cry Thunder

Through the Fire and Flames

POWERWOLF

E in chiusura i superlativi Powerwolf, con uno show impeccabile a livello di esecuzione e impatto, a cui il pubblico ha contribuito alla gran riuscita cantando i vari chorus. 

I Powerwolf rientrano in quella sfera di band tipo Sabaton e Gloryhammer o gli stessi DragonForce, che hanno iniziato a suonare davanti a 200 persone scarse (la prima volta che li ho visti erano di spalla ai Gamma Ray al mitico Rolling Stones), ma che nel corso degli anni hanno raggiunto lo status di headliner, arrivando a calcolare palchi sempre più importanti e facendo segnare solo out inaspettati.

La formula del loro successo è semplice: immensa facilità di intrattenere il pubblico, carisma, e ovviamente buona musica, canzoni dall’impatto immediato in grado di coinvolgere il pubblico, e anche chi li ascolta per la prima volta, non può che soffermarsi facendo scattare il classico headbanging.

Dopo la lunga pausa per l’ennesimo cambio palco, cade finalmente il sipario, che svela uno stage epico, in cui dall’altro svettano la batteria di Roel Van Helden e le tastiere di Falk Maria Schlegel, il quale in un mood indemoniato farà su e giù dalla sua postazione. Il palco è stato interamente incorniciato da uno scenario monumentale che è cambiato diverse volte nel corso della serata, mentre i musicisti si trovano fra le rovine di una chiesa.

Ogni passo della “Messa Metal”  dei Powerwolf è stato utilizzato, tra le varie canzoni con lo scopo di alleggerire lo spettacolo, e i due frontman  Attila Dorn e  Falk Maria Schlegel hanno interagito col pubblico in sala fin dalle prime battute, 

La setlist non ha riservato grosse sorprese, poiché conteneva canzoni come “Army Of The Night”, “We Drink Your Blood”, “Amen & Attack”. Anche l’alto numero di nuove canzoni nel set è piacevole, soprattutto con “Blood For Blood”  e “Dancing With The Dead”, mentre la ballata “Where The Wild Wolves Have Gone” è stata da pelle d’oca. 

Canzone dopo canzone, i fratelli Greywolf & Co. hanno alzato l’asticella, facendo tremare l’Alcatraz con prestazioni maiuscole. Con “Let There Be Night” si è concluso il set principale, ma il pubblico ha ancora voglia di Heavy Metal e  in men che non si dica, la band soddisfa volentieri la richiesta della gente con altri tre brani: “Sanctified With Dynamite”, la già citata “We Drink Your Blood”, e la conclusiva “Werewolves Of Armenia”.

Dopo quasi due ore i lupi hanno finito di celebrare la loro “Messa Metal”

Setlist:

Faster Than the Flame

Incense & Iron

Cardinal Sin

Amen & Attack

Dancing With the Dead

Armata Strigoi

Beast of Gévaudan

Stossgebet

Demons Are a Girl’s Best Friend

Fire and Forgive

Where the Wild Wolves Have Gone

Sainted by the Storm

Army of the Night

Blood for Blood (Faoladh)

Let There Be Night

Encore:

Sanctified With Dynamite

We Drink Your Blood

Werewolves of Armenia

Fabio De Carlo

view all posts

Nato qualche anno fa, in pieno autunno, si avvicina al Rock dall’infanzia, quando tra le mani e le orecchie le capitano Europe e Bon Jovi, ma è con gli Iron Maiden prima e Helloween poi, che arriva la svolta al Metal. 
La musica ha sempre messo le cose un po’ più in ordine, il mio sogno era stare sopra un palco, non ci sono mai salito, ma ho iniziato presto coi concerti, Monsters of Rock 88. 
La passione per la fotografia arriva più tardi, nei primi anni 2000. "...no more wasted years, no more wasted tears life’s too short to cry, long enough to try." [Kai Hansen - Helloween]

0 Comments Unisciti alla conversazione →


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Login with Facebook:
Accedi