Pearl Jam: Live Report e foto della data di Imola

Sono passati quattro anni dall’ultima volta in cui i Pearl Jam hanno suonato in Italia e, dopo due rinvii a causa della pandemia, finalmente la band capitanata da Eddie Vedder è tornata a fare quello che sa fare meglio: suonare su di un palco e regalare emozioni indescrivibili ai propri fan.

WHITE REAPER

Quando arriviamo all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari si stanno già esibendo i White Reaper, la prima band di supporto. Il gruppo propone un frizzante ed energetico garage punk rock molto accattivante e dinamico, che fa presa subito al primo ascolto e diverte i presenti.

PIXIES

Poi è la volta del leggendari Pixies, capitanati dall’istrionico Black Francis, che sembra un po’ intimidito dall’enorme folla al suo cospetto e piuttosto che lanciarsi in discorsi tra un brano e l’altro preferisce dedicarsi anima e corpo alla performance. Una performance eccellente e apprezzata, salvo qualche dissenso incomprensibile tra i presenti che viene messo a tacere dalle note della celebre “Where Is My Mind”, cantata a squarciagola da tutti i convenuti.

Setlist:

  1. Gouge Away
  2. Wave Of Mutilation
  3. Bone Machine
  4. U-Mass
  5. Head On (The Jesus And Mary Chain)
  6. Hey
  7. Gigantic
  8. Vamos
  9. Here Comes Your Man
  10. All the Saints
  11. Cactus
  12. Where Is My Mind?
  13. Winterlong (Neil Young)
  14. There’s A Moon On
  15. Caribou
  16. Death Horizon
  17. Mr. Grieves
  18. Crackity Jones
  19. Isla De Encanta
  20. Debaser

PEARL JAM

Alle 21:35 inizia il concerto della band di Seattle con un breve intro e la corsa di Vedder a prendere posizione al centro del palco dove vicino al microfono è posizionata l’immancabile bottiglia di vino. L’emozione è fortissima non si riesce a credere che, dopo due anni di attesa, lo show stia davvero accadendo e che la band si trovi sul palco davanti a noi. Ma non è un sogno è tutto reale e questo lo dimostra il trittico micidiale “Corduroy”, “Even Flow” e  “Why Go” che ci investe impetuoso e lascia senza fiato. Anche Vedder è incredulo e stupito come noi e si pone le nostre stesse domande, dicendo in italiano che questa è la sera più speciale e che durante la pandemia da covid sognava l’Italia e quindi ci chiede se tutto questo è reale, se lui è qui e se noi ci siamo e che il sogno finalmente si avvera. Un sogno realizzato dagli oltre sessantamila presenti che incuranti del caldo opprimente hanno sfidato l’afa sin dalle prime ore del mattino per accaparrarsi i posti migliori ed essere il più vicino possibile al palco.

La band è in grande forma ed Eddie non solo si conferma un grandissimo performer, ma intrattiene alla grande raccontando tantissimi aneddoti e curiosità tra un brano e l’altro, come ad esempio quando da giovanissimo mentre lavorava in un albergo di lusso ha deciso di andare a farsi un giro con la Ferrari di un cliente rischiando grosso, ma ora a distanza di anni ironizza sul fatto che adesso si trova proprio a suonare nell’Autodromo del noto brand. Un boato invece accoglie le note della splendida “Jeremy”, mentre “Come Back” è dedicata alla scomparsa di un giovane ragazzo il cui fratello gli aveva scritto una lettera raccontandogli la propria storia commovente, e lo è anche la sentita performance della band e la conseguente risposta del pubblico toccato veramente nel profondo. Lo show viene interrotto due volte, una per aiutare chi si è sentito male tra il pubblico e far riprendere fiato alle persone delle prime file, l’altro per far salire sul palco una bambina piccola con il padre che stavano davanti e che hanno preoccupato Eddie vedendoli in mezzo alla bolgia.

Ovviamente non poteva mancare un accenno da parte di Vedder all’incresciosa vicenda della corte suprema americana riguardo l’aborto che sta facendo indignare giustamente il mondo intero e subito dopo si continua con “Daughter”. Poi in successione vengono eseguite “Given To Fly”, “Superblood Wolfmoon”, “Lurkin” e una “Porch” da brividi, dove si nota l’altissimo affiatamento tra i musicisti. Lo show sta volgendo purtroppo verso la fine e non possono mancare composizioni seminali come “Black”, “Better Man” e l’inno generazionale “Alive” urlata e ballata da tutti, un brano che a distanza di anni riesce ancora ad unire le persone, soprattutto ora dopo due anni di restrizioni ci fa sentire più vivi che mai. Lo show è chiuso dalla bellissima “Yellow Ledbetter”, con le luci accese e dove la band ringrazia tutti, la crew locale, la security per aver reso tutto questo possibile. E noi ringraziamo loro per le forti emozioni che ci hanno fatto provare ancora una volta, in attesa di rifare tutto di nuovo.

Setlist:

  1. Corduroy
  2. Even Flow
  3. Why Go
  4. Elderly Woman Behind the Counter in a Small Town
  5. Dance of the Clairvoyants
  6. Quick Escape
  7. MFC
  8. Jeremy
  9. Come Back
  10. Save You
  11. Wishlist
  12. Do the Evolution
  13. Seven O’Clock
  14. Daughter (con “People Have the Power”)
  15. Given to Fly
  16. Superblood Wolfmoon
  17. Lukin
  18. Porch
  1. State of Love and Trust
  2. Black
  3. Better Man
  4. Alive
  5. Yellow Ledbetter

eva.cociani

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Amo la musica a 360 gradi, non mi piace avere etichette addosso, le trovo limitanti e antiquate, prediligo lo street, il glam e anche il goth, ma non disdegno nulla basta che provochi emozioni. Ossessionata dalle serie tv, dalla fotografia, dai viaggi e dai live show mi identifico con il motto: “Live the life to the fullest”.

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