Alchemy Room – Recensione: Origin Of Fears

La musica dei torinesi Alchemy Room, formazione nata appena nel 2007 e già passata all’esordio su disco, è di quelle che ti fanno viaggiare con la mente, ti portano sulla scia di mondi e luoghi mai visti, facendoti sognare e rendendoti partecipe di strane visioni. I sei brani contenuti in “Origin Of Fears” hanno testi che descrivono, come su un blocco di appunti, stati d’animo, sentimenti ed emozioni in un fluire non sempre facile da interpretare, ma comunque affascinante. L’immagine di copertina ha in sé una marcata ambivalenza per la sensazione di quiete, derivante dall’uso dei colori caldi, alla quale si accompagna però un senso di oppressione claustrofobica, derivante dalla mancanza quasi assoluta di dettagli. È come se gli Alchemy Room ti costringessero a guardare la realtà da dietro uno specchio che distorce, fino a quando non si riconoscono più le proprie sensazioni.

In mezzo a questo affascinante scenario, la voce di Irene Mondino, che somiglia molto a quella di Dolores O’Riordan, si alterna a lunghe parti strumentali di ogni genere con estrema sicurezza. Il brano più interessante, più completo da ogni punto di vista, potrebbe essere “La Fin Absolue Du  Monde”, nella quale si ricorre anche all’uso di un filtro per la voce, che sconfina in una lunghissima parte strumentale, e risulta più convincente della suite “Waking The Child”, divisa in due parti, comunque interessante ma forse un po’ più legata agli stilemi del progressive classico. La volontà di sperimentare è acutamente udibile anche in “Obsession Red Blood”, testo ridotto all’osso e un lungo sfogo strumentale a costruire tutto il brano. C’è moltissimo da ascoltare, quindi, per un gruppo che di banale, in questo momento, non ha assolutamente niente, e che potrebbe fare veramente molto per la scena underground italiana, se solo potenziato a dovere.

Voto recensore
7
Etichetta: Autoprodotto

Anno: 2009

Tracklist:

1. Inside My Fear

2. La Fin Absolue Du Monde

3. Obsession Red Blood

4. Lost

5. Waking The Child Part 1

6. Waking The Child Part 2


anna.minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

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