A 5 anni da “The Cuckoo Clocks of Hell” si rifà vivo Carlo Strappa con la sua creatura a nome Resurrecturis, attivi sin dal 1990 ma solamente al terzo album con il nuovo “Non Voglio Morire”. Stravolta la line up, dalle uscite precedenti sopravvive solo il master mind della band che si avvale di ottimi session per la registrazione dell’ultimo nato. Già dall’artwork è facile intuire che “Non Voglio Morire” non è il classico metal album; i dipinti allucinanti in copertina ci introducono in un inverso sonoro potenzialmente infinito e pericoloso. Punto di partenza il death metal, come ci testimonia l’opener “The Origin”, per poi subito divagare in mille altre declinazioni dell’universo rock e metal in generale. “Corpses Forever” incorpora il groove moderno che lascia spazio alle contaminazioni industrial miscelate a delle inaspettate female vocals in “The Artist”. La parte centrale dell’album risulta molto più melodica rispetto al quartetto di partenza come testimoniano la successiva “Save my Anger” di derivazione swedish ed una allucinata “After the Show” che va a scomodare il post-rock, da sempre terreno minato per molti. “Non Voglio Morire” è un album troppo variegato per essere sviscerato adeguatamente in poche righe di recensione, ma quello che emerge prepotentemente è che i Resurrecturis anche questa volta non hanno dato alle stampe un album “metal”, ma piuttosto un album che si serve, in parte, del metal e del rock per esprimere idee, concetti e più in generale dell’arte che altrimenti non avrebbe trovato la giusta dimensione. Difficile anche dare un voto ad un album come questo che comunque vi consigliamo caldamente sempre che non siate degli inguaribili puristi senza possibilità di redenzione.