Recensione: The Sacred Talisman

Quanto ci mancano i Nocturnal Rites! Dopo lo splendido “The 8th Sins” (2007) la band svedese è letteralmente sparita dalle scene senza alcun comunicato ufficiale, lasciando i fans con un vuoto incolmabile. E se gli ultimi lavori con Jonny Lindqvist alla voce, avevano mostrato un’evoluzione verso un metal melodico e moderno negli arrangiamenti, nel cuore di molti sono rimasti i dischi del primo corso, che ci avevano regalato power song indimenticabili. Andiamo quindi a ripescare il mitico “The Sacred Talisman“, per molti il vero e proprio capolavoro dei Nocturnal Rites, uscito quasi vent’anni fa, ma ancora fresco e  frizzante all’ascolto, grazie alle melodie vocali di Anders Zackrisson e ad un’alchimia compositiva, che era riuscita a toccare le vette del power metal di quel magico periodo.

Dopo l’altrettanto esaltante “Tales Of Mystery And Imagination” gli svedesi erano tornati subito sul mercato per raccogliere il meritato successo ed essere annoverati nella top five delle band heavy power della fine del secolo scorso. E lo fanno appunto con questo “The Sacred Talisman” che contiene undici canzoni veramente da urlo, in cui tutto funziona a meraviglia, dal riffing di scuola teutonica, passando per i chorus trascinanti, fino alle tastiere, perfettamente dosate, ma mai eccessivamente ingombranti all’interno di un comparto strumentale splendidamente calibrato. Difficile dimenticare e restare indifferenti di fronte all’opener “Destiny Calls“, introdotta da un saliscendi di chitarra di scuola Helloween, sorretta da una ritmica devastante, fino al lavoro sopraffino di Zackrisson dietro al microfono. Fenomenale! Il cd alterna pezzi in doppiacassa a cavalcate heavy rocciose e trascinanti, mai troppo prolisse a livello strumentale, come la sparatissma “Ride On” e la ultramelodica “Free At Last“, a cui è impossibile resistere.

The Sacred Talisman” è considerato da pubblico ed addetti ai lavori uno degli album di power metal più significativi della fine degli anni 90. Tra “Episode” degli Stratovarius, “Land Of The Free” dei Gammaray e “Legendary Tales” dei Rhapsody, nelle classifiche stilate ormai a vent’anni di distanza, trova sempre posto questo gioiello dei Nocturnal Rites, una band che aveva davvero compreso l’essenza del genere e l’aveva messa in musica alla perfezione, con energia, classe e qualità.

 

Alessandro Battini

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E’ il sinfonico della compagnia. Dai Savatage ai Dimmu Borgir, passando per i Rhapsody, predilige tutto ciò che è arricchito da arrangiamenti sontuosi ed orchestrazioni boombastiche. Nato e cresciuto a pane e power degli anni ’90, si divide tra cronache calcistiche, come inviato del Corriere Dello Sport, qualità in azienda e la passione per la musica. Collezionista incallito di cd, dvd, fumetti, stivali, magliette dei concerti, exogini e cianfrusaglie di ogni tipo, trova anche il tempo per suonare in due band.

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