Quando si parla di black metal in relazione alla Polonia, è inevitabile pensare ai Behemoth e al loro percorso artistico, ma quella di Nergal e soci non è l’unica band a poter vantare vent’anni di carriera, insieme a loro ci sono anche i Christ Agony, realtà pressoché contemporanea al ben più noto e blasonato ensemble. Tanto più che nel nuovo (e oggetto di una battente promozione pubblicitaria durante i mesi estivi) “NocturN”, dei Behemoth troviamo pure una costola, ovvero Inferno, presente come guest drummer. E probabilmente, gli elementi di un certo interesse che si sviluppano attorno al nuovo capitolo dei Christ Agony finiscono qui. L’ottavo studio album dell’ensemble (escludendo il disco registrato con il moniker Union) è quanto di più prevedibile si possa immaginare in ambito estremo. Produzione competitiva e mestiere impeccabile, null’altro. “Nocturn” propone otto tracce di black metal cadenzato con ampi riferimenti al death, confezionato nel migliore dei modi ma altrettanto ripetitivo e poco dinamico. In questo senso le linee vocali di Cezar lasciano perplessi per la loro mancanza di varietà e altrettanto il lavoro alla batteria di Inferno, preciso ma dedito al mero esercizio ginnico. Le sorti dell’album si risollevano nel finale, a partire da “Black Star Falling”, quando i brani si rendono più dinamici e graffianti in forza dell’introduzione di alcune accelerazioni e in generale presentano una forma canzone più versatile e curata. Una manciata di pezzi non basta però a rendere appetibile l’intero platter, che pur non avendo nulla fuori posto a livello formale, finisce per essere piuttosto noioso. Peccato, le buone idee presenti annegano nella prevedibilità delle canzoni, dai veterani è sempre lecito aspettarsi di più.

• Christ Agony