I Nirnaeth nascono a Bergamo il 20 agosto 1990 dall’incontro di Marco Lippe (batteria, voce, tastiere, membro fondatore della prog-rock band Twenty Four Hours) e Marco“Grey” Tombini (chitarre). Lo stile musicale di riferimento della band è il thrash metal della Bay Area Californiana, ma pesantemente infuenzato dal progressive rock e dalla psichedelia degli anni settanta. Durante la loro quasi trentennale attività, i Nirnaeth aprono per band del calibro di Extrema, Aborti Mancati, Jester Beast, Cradle of Filth, Ozric Tentacles (in questi ultimi 2 casi con i Nirnaeth SPACE Lab, il loro space rock’ side project), Methedras, Folkstone, Strana Officina, Skanners e Rain.
In tutti questi anni la band si è reinventata più volte, con qualche lungo periodo di pausa, e totali sconvolgimenti della line up, fino ad arrivare alla versione odierna del gruppo, dopo ben 18 cambi di formazione, con i due membri originali, Simone Fumagalli alla chitarra e Ruggero Papagna al basso, e grazie alla Andromeda Relix, per la pubblicazione del loro terzo album “Anthropocene”.
Nel nuovo disco I Nirnaeth confermano di voler essere eclettici e trasformisti, ed il thrash metal rimane un punto di partenza che contiene influenze di metal classico e di quanto citato in apertura, in cui il riffing tagliente ed un sound pastoso e stratificato non sacrifica la voce di Marco Lippe, sempre ed orgogliosamente in primo piano. In più, dobbiamo certamente citare un sound cupo e molto figlio dei seventies, dove i Black Sabbath fanno capolino più volte, per un lavoro musicale che potrebbe piacere ad una grossa fetta degli amanti del metal e dell’hard rock. Lo spessore profondo e superiore della band, si evince anche dai testi, che non appaiono frettolosi o superficiali, bensì vogliono spesso affrontare tematiche sociali molto delicate, come la title track (divisa in due frammenti molto diversi tra loro) che narra del fallimento dell’Occidente, soprattutto a riguardo delle politiche sul clima globale, oppure “The Slow Creeping Greed”, che denuncia il più ignobile e crudele genocidio mai perpetrato, quello degli immigrati europei contro le 500 Nazioni Native Americane. Parole chiare e nette, che ritornano veementi nell’unico episodio cantato in italiano, “La Maledizione Dell’Umanità”, molto esplicita nel definire la specie umana come distruttrice del mondo in cui viviamo.
“Anthropocene” è un significativo punto di arrivo e di ripartenza per i rinati Nirnaeth, un lavoro di heavy metal maturo sia nelle musiche che nelle liriche, per una band che ha veramente molto da dire e da suonare. Da riscoprire, ora più che mai.
Etichetta: Andromeda Relix Anno: 2021 Tracklist: 01. Anthropocene – Part 1 02. Heavy Metal 03. Those Days Of Our Youth 04. The Slow Creeping Greed 05. Searching For Walhalla 06. Tender Brutality 07. Warriors Of The Rainbow 08. Hammer 09. La Maledizione Dell’Umanità 10. Anthropocene – Part 2 Sito Web: https://www.facebook.com/nirnaethrash |