Vengono dalla California, i Night Demon, e dal 2015 – anno del debutto con “Curse Of The Damned” – propongono un vero e proprio tributo colmo di ammirazione per il metal classico, la NWOBHM e la selvaggia energia di Misfits. Maiden, Diamond Head, i primi Angel Witch, il lato rock dei Riot e la carica heavy dei Saxon. Quella composta da Jarvis Leatherby (voce e basso), Dusty Squires (batteria) e Armand John Anthony (chitarra) non è quindi una formazione votata all’innovazione ed alla ricerca, quanto piuttosto ad una riproposizione di elementi già conosciuti, ma in chiave potente e divertente. Obiettivo peraltro centrato pienamente con quel “Darkness Remains” che, a due anni dal primo lavoro, li pose definitivamente all’attenzione degli addetti lavori. Con “Outsider” i Night Demon ritornano con un progetto ambizioso, che nonostante una durata non eccessivamente generosa assume le forme di un concept album ispirato dalla passione di Leatherby per i film horror e, non meno importante, dal lungo esilio in terra nordirlandese al quale la pandemia lo ha costretto. Come si conviene nei confronti di una band tutta sostanza, la cosa migliore da fare è dunque tuffarsi tra i solchi di un disco (“Outsider” è disponibile anche in vinile nero da 180 grammi) che, come nel caso della sua title-track, ama andare dritto al punto, quasi invertendo l’ordine strofa bridge ritornello per farci andare subito alla fonte del coinvolgimento e del divertimento.
Grazie allo storytelling che il disco si propone di realizzare, l’ascolto è brillante ed ispirato ad un forte dinamismo, insomma un heavy decisamente moderno (“Rebirth”) ma che non risulta superficiale, né frettoloso: al contrario, e per la prima volta in modo così marcato nella loro discografia, tra questi brani c’è spazio per elementi prog e doom, per ballad intense (“Beyond The Grave” nella sua parte iniziale), per assoli un po’ trascinati come non li fa più nessuno, possenti cavalcate speed (“The Last Day”) e cori che sembrano fatti apposti per esaltare le folle ai concerti (“Escape From Beyond” è forse la più maideniana). Il buon funzionamento di questa miscela conferma una volta di più che nonostante le apparenze, che ad un primo ascolto daranno ad alcuni l’idea di un disordinato carrozzone che procede a fari spenti, i Night Demon posseggono in realtà la capacità di generare il caos e subito dopo contenerlo, applicando ad ogni canzone una sua vibrante circolarità, anche quando il compito sembrerebbe impossibile o suicida. Variazioni e deviazioni richiedono forse un paio di ascolti per essere comprese e metabolizzate (“Obsidian”), ed ogni tanto capiterà di perdere il filo per una manciata di battute, ma alla fine dell’album i conti tornano, con una precisione produttiva ed una programmazione degli eventi – tipica di una narrazione ben fatta – che addirittura sorprendono.
Ci sono poi alcuni episodi più facili che, intelligentemente, propongono uno sviluppo melodico più prevedibile che in qualche modo rassicura (“A Wake”): momenti nei quali i Night Demon si mostrano a proprio agio anche quando alle prese con forme più tipiche e commerciali, un’abilità che piace tanto alle case discografiche ed un’elasticità che testimonia la crescita del trio. Il fatto poi che proprio a questi momenti seguano le trame più lunghe e complesse, come i sette minuti thrash ed abbondanti di “The Wrath”, racconta l’essenza stessa di un prodotto nel quale gli opposti si completano, talvolta nell’arco dello stesso brano e talvolta nella loro immediata successione, che va gustato preferibilmente nella sua interezza per lasciare alla chimica il tempo di agire, contaminare ed arrugginire le certezze alle quali eravamo così affezionati. La visione che i californiani – penalizzati solo da un nome un po’ banalotto – danno dell’heavy metal moderno non può dirsi letteralmente innovativa ma è senza dubbio atipica, ragionata e personale: quella di un genere ormai spersonalizzato che diventa robusto contenitore per spinte contrapposte, contaminazioni provenienti da epoche diverse, slanci rabbiosi ed improvvisi che dimostrano, non che ve ne fosse il bisogno, quanto l’energia rimanga immutata al di là del tenore delle parole stampate sull’etichetta. Un punto di vista condivisibile o meno ma comunque ben argomentato e che, in un percorso di interessante maturazione, comincia ad assumere progressivamente i connotati di una personalità in ascesa dalla quale è possibile aspettarsi grandi e metalliche cose.