Nemesea – Recensione: Uprise

A cinque anni dal discreto “The Quiet Resistance”, tornano in scena i gothic rockers olandesi Nemesea. Il nuovo “Uprise” non fa altro se non confermare l’impressione che al tempo maturammo su una band certamente composta da ottimi mestieranti ma che si ostina a vivere all’ombra di acts come Within Temptation, Nightwish, Evanescence, eccetera seguendone il percorso (o il declino?) verso sonorità via via più accessibili.

“Uprise” inanella dunque una serie di tracce di pop/rock pennellato di nero senza grosse pretese artistiche ma tutto sommato ficcante, ideale per un ascolto che non richieda troppi sforzi. I brani arrivano al dunque senza tanti fronzoli, dotati di melodie di presa e spruzzate di elettronica diluite furbescamente. La voce della front woman Manda Ophuis, potente e versatile, ma altrettanto morbida a seconda delle esigenze dei pezzi, è come prevedibile la protagonista di un platter dove tutto è poi laccato a modino dalla produzione.

Non c’è molto altro da dire su di un album che si ascolta di un fiato, certamente piacevole ma che lascia davvero poco da ricordare. Ci sono brani dal flavour un po’ più metaliico dove le chitarre trovano maggiore spazio nella struttura (“Hear Me”, “Bones”), altri al limite del pop, con tanti synth e rtornelli canterini come il singolo “Forever” o l’irresistibile “Get Out” e le immancabili ballad (“Let It Burn”, “Light Up To The Sky”), con i consueti innesti sinfonici, romantiche al punto giusto.

Un disco divertente e “petaloso”. Se vi basta…

Nemesea - uprising

Voto recensore
6
Etichetta: Napalm Records

Anno: 2016

Tracklist: 01. Hear Me 02. Twilight 03. Forever 04. Let It Burn 05. Time To Make It 06. Can’t Believe It 07. Light Up The Sky 08. Get Out 09. Bones 10. Hold On
Sito Web: http://www.nemesea.com/

andrea.sacchi

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Poser di professione, è in realtà un darkettone che nel tempo libero ascolta black metal, doom e gothic, i generi che recensisce su Metallus. Non essendo molto trve, adora ballare la new wave e andare al mare. Ha un debole per la piadina crudo e squacquerone, è rimasto fermo ai 16-bit e preferisce di gran lunga il vinile al digitale.

2 Comments Unisciti alla conversazione →


  1. Prometeo

    Non ho ancora ascoltato l’album, ma questa recensione è davvero brutta. Innanzitutto perché non descrive affatto l’album e i suoi brani, ma si limita a uno striminzito commento molto astratto. Non c’è un’analisi, quindi questa non so fino a che punto sia definibile come recensione. A ciò si aggiungono i paragone frutto di stereotipi e luoghi comuni: che cavolo c’entrano i Nightwish e gli Evanescence? Soprattutto i primi, il cui ultimo album è meno accessibile dei precedenti sia perché più metal e chitarristico sia perché contiene un brano lunghissimo e complesso. Rimane comunque pessimo, l’ultimo album dei Nightwish. Mentre il penultimo dei Nemesea lo ritengo ottimo, a dimostrazione che non c’è bisogno di brani lunghissimi e con chitarroni per creare album di qualità. Va anche detto che ogni genere ha i suoi canoni e che quindi non è pensabile valutare un album di synth rock melodico come si valuterebbe uno di gothic metal. Questo rimarca ancora una volta il paragone forzato, giacché i Nightwish fanno symphonic metal con varie influenze (non gothic!) e gli Evanescence fanno alternative rock con una spruzzata di gothic e hard rock. I WT sono forse l’unica band citata con cognizione di causa, giacché davvero si sono spostati negli anni verso un sound sempre più pop. Loro, i Delain e gli Amaranthe, pur nella loro diversità, potrebbe essere gli alfieri di una nuova ondata pop metal. Ma non i Nemesea, che non fanno metal da anni e che ormai sono totalmente rock se non addirittura pop-rock! Ha più senso metterli accanto ai Coldplay, fra poco. Anzi, mi domando perché vengano recensiti da webzine a tema metal…

    Reply
    • Andrea Sacchi

      Se ti sono piaciuti buon per te e buon per loro, personalmente continuo a trovarli innocui e adolescenziali.
      E te lo dice uno che la new wave va pure a ballarsela

      Reply (in reply to Prometeo)

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