Non ero così tanto stupito in positivo da un gruppo thrash da moltissimo tempo: sono sempre stato dell’idea che in questo genere le band storiche portassero avanti la sacra fiamma con alterne fortune ma che dopo di loro ci fosse poco, qualche bagliore qua e là ma che spesso, escluse poche eccezioni, non reggeva la durata di un intero album ad alti livelli.
Poi da un paese norvegese di seimila anime, Kolbotn, già patria dei Darkthone, arriva un trio con un nome che odora di Black Metal e che sforna un album grandioso sullo stile di Slayer e Distruction, i Nekromantheon che se da una parte prendono a piene mani dagli anni d’oro del genere dall’altra hanno sete di inventare e stupire.
Gli autori non sono degli esordienti, sia chiaro, ma l’ultimo album risaliva a nove anni fa e i precedenti due, seppur interessanti erano decisamente più anonimi e discontinui di “The visions of Trismegistos”.
L’album parte subito con “The Visions of Trismegistos” che, dopo un breve intro di rito, ci catapulta in turbinio di violenza. I suoni sono un sottofondo compatto su cui il cantante esprime tutta l’aggressività possibile, il brano non molla un colpo anzi tende ad accelerare. Non abbiamo tempo di tirare il fiato che veniamo investiti da “Seven Rulers of Fate”, stessa trama espressa in modo ancora più compatto. “Faustian Rites” sembra farci respirare con un assolo che in realtà confluisce in un velocissimo assalto frontale.
“Neptune Descent” è un alternarsi di furia e rallentamenti sulfurei, “Scorched Death“, dopo un lungo intro ansiogeno, pesta veramente duro tra una batteria implacabile, chitarre roventi e la voce ultra feroce.
Purtroppo stiamo andando verso la fine dell’album con “Dead Temples”, in cui una chitarra ossessiva, suonata a velocità improbabile, la fa da padrona e “Thanatos”, un pezzo che potrebbe essere uscito tranquillamente dai migliori Slayer; credo ci siano pochi complimenti migliori.
Finiamo con “Zealot Reign”, un’ultima gragnuola di pugni ben piazzata in mezzo alla faccia, interrotta solo da un bell’assolo centrale.
Arriviamo alla fine dell’album provati ma veramente soddisfatti, tutti i brani hanno una loro anima e non ci sono riempitivi. Un capolavoro che ogni amante del thrash più roccioso dovrebbe ascoltare e riascoltare nella speranza di non dover attendere altri nove anni.
Etichetta: Indie Recordings Anno: 2021 Tracklist: 01. The Visions of Trismegistos 02. Seven Rulers of Fate 03. Faustian Rites 04. Neptune Descent 05. Scorched Death 06. Dead Temples 07. Thanatos 08. Zealot Reign Sito Web: https://www.facebook.com/nekromantheonofficial |