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Hellbound – Recensione: Napalm Corridas

I pavesi Hellbound portano alla nostra attenzione il miniCD autoprodotto ‘Napalm Corridas’, un interessante lavoro che mette in luce le potenzialità della band lombarda. I quattro sono dediti ad un sound moderno e ricco di sfaccettature da loro stessi battezzato “nu-trash metallo”, ove l’omissione della lettera H pare essere voluta.

Se ad un attento ascolto della componente thrash non troveremo poi tanto (se non sporadici riferimenti a Pantera, Machine Head e Fear Factory nei riff di chitarra che scandiscono le parti più aggressive), i nostri riescono comunque a rendersi coinvolgenti grazie a sonorità mai scontate, nelle quali confluiscono ora tracce dei Guano Apes (‘Try’), ora richiami alla psichedelia (‘Bad Man’). Quello degli Hellbound è dunque un rock pesante e moderno che raggiunge risultati notevoli in ‘Anfetamina’, un brano dal refrain accattivante pregiato dalla performance della vocalist Saj, la front woman che riesce a dare un ulteriore tocco di particolarità al tutto con le sue vocals delicate ma incisive.

La parte conclusiva dell’album, affidata a ‘Virus’ e ‘Napalm Corridas’, presenta il lato più squisitamente “metallico” dei nostri. I brani viaggiano su ritmiche mediamente più veloci e si nota un ricorso più massiccio ad un sound tipicamente chitarristico. E’ soprattutto la titletrack, con le sue venature “spagnoleggianti” ed un refrain irresistibile, a risultare avvincente e carica di adrenalina. Un buon lavoro, chi ama le sonorità moderne può procurarsi questo disco presso il sito della band: http://www.hellbound.biz

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