In mezzo alle campagne dove si incrociano le province di Bologna, Modena e Ferrara esiste un piccolo paese chiamato Camposanto. Uscendo dal paese si prende una strada provinciale dritta come un fuso e si arriva al Pattaya Club, luogo multifunzionale con piscina (prendete nota perché torneremo a parlarne più tardi), pizzeria e serate dedite principalmente al ballo. In questo contesto fuori città, dove si parcheggia in un campo vicino ai filari di vite, si è svolta la prima edizione del Sunset Park Festival. La seconda giornata ospita due grandi band del panorama nazionale, per una serata all’insegna di risate, rutti mostruosi e reggaeton norvegese.
GLI ATROCI
Siamo a circa tre quarti d’ora di auto da Bologna, quindi Gli Atroci giocano praticamente in casa. Uno dei tratti distintivi della serata saranno le battute in riferimento al nome della località che ospita il concerto. La band fa quindi il suo ingrsso marciando sulle note de “Il Camposanto”, breve stacchetto che risale al primo album, uscito a fine anni 90 e comunque ancora considerato un caposaldo nella discografia della band. Dopo questo preambolo, infatti, la serata si articola in una scorribanda amena fra tutta la discografia degli Atroci, che parte da brani recenti, e comunque già imprescindibili, per tornare indietro nel tempo e richiamare i vari periodi di attivitò della formazione. Sul palco, come sempre, si assiste a un’unione fra esecuzione impeccabile da parte di strumentisti e cantanti e una marea di risate, con Il Profeta alla voce a ricordare quanto sia importante rispettare i dieci metallamenti e osteggiare chi porta i capelli corti. “Il drago infuocato nel bosco incantato”, tratta dal terzo album della band, viene introdotta da un preambolo in cui Il Profeta ricorda l’importanza di riunirsi il mercoledì sera per giocare a Dungeons & Dragons. Riscuote molto successo anche un brano più recente, “La vendetta della faraona”, con Il Boias Malefico a fare da voce principale. Siccome questo brano rimanda allo stile classico degli Iron Maiden, è consuetudine che esso venga intervallato da vari “Scream for me”, seguiti dai nomi delle città vicine al luogo del concerto; anche stavolta Il Boia, aiutato dal Nano Merlino, si alternano nel ricordare le località circostanti, per arrivare al tripudio con “Scream for me uscita Valsamoggia” (la prima uscita dopo Bologna in direzione Milano sull’autostrada A1). La chiusura spetta alle immancabili “Pennellen” e “I tuoi amici Atroci”; ancora una volta un’esibizione dove ironia, divertimento e capacità esecutive si mescolano con equilibrio, ma dagli Atroci non ci si aspetterebbe nulla di diverso.
NANOWAR OF STEEL
Anche l’estate 2023 ha portato i Nanowar Of Steel in giro per l’Europa, e non è finita qui, dato che negli ultimi mesi la band ha annunciato, fra gli altri, la partecipazione all’edizione 2024 della crociera 70.000 tons of metal e un tour nel Nord America insieme a Dragonforce e Amaranthe. Era lecito quindi aspettarsi, come è stato, una partecipazione imponente da parte del pubblico, che come sempre copre diverse fasce di età e contempla metallari della prima ora, coppiette e famiglie con bambini. Come Gli Atroci, infatti, anche i Nanowar Of Steel godono di uno zoccolo duro di appassionati pronti ad abbracciarsi sulle note del Wall Of Love, creato dalla band per contrapporsi al Wall Of Death, e a cantare ritornelli ormai entrati a far parte della storia del gruppo, come quello de “Il cacciatore della notte”. I momenti imprescindibili di questa serata sono però due: l’esecuzione insieme a Gli Atroci di “Sottosegretari alla presidenza della repubblica del true metal”, che non poteva mancare visto che il brano è stato inciso dalle due band insieme, e la hit “Norwegian Reggaeton”. Dicevamo all’inizio che il Pattaya ha al suo inteerno una piscina; bene, il cantante Mr. Baffo ha divertito ancora più del solito perchè si è immerso nella piscina e ha cantato tutta la sua parte del brano da lì, girovagando aggrappato a una foca gonfiabile (non a caso la canzone dice: “Esta vida loca/al ritmo della foca”). Un intermezzo inatteso e a dir poco gustoso. Anche i brani nuovi, come per esempio “Pasadena 1994” e la sua rievocazione della finale dei mondiali di USA 94, hanno riscosso un successo analogo a quello dei pezzi più storici. Il finale vede come sempre l’esecuzione dell’inno di Feudalesimo E Libertà, “Valhalleluja” e “La polenta taragna rock”, insomma quei cavalli di battaglia storici che hanno comunque contribuito a estendere la fama dei Nanowar Of Steel fuori dai confini nazionali. Divertimento ad ampio raggio, in un luogo forse poco avvezzo a eventi live di questo tipol, che si è rivelato una sorpresa piacevole.