N I n a – “Revenge”: Intervista a Valentina Attanasio e Marco D’Andrea

L’occasione per parlare con N I n a, talentuosa cantante alternative metal italiana, e con il suo produttore Marco D’Andrea, è una delle migliori. Insieme alla sua band, infatti, N I n a è stata chiamata ad aprire il concerto degli Steel Panther all’Alcatraz di Milano. Parliamo con lei dietro le quinte del locale, poco prima dell’inizio del live, mentre fuori il pubblico è in attesa di entrare.

 Vuoi iniziare parlando di chi sei, dei tuoi studi riguardanti la musica e delle tue esperienze?

Ciao, amici di Metallus! Io sono N I n a, in arte, mi chiamo Valentina. Il mio genere è principalmente l’alternative rock. Suono da quando ho 13 anni, adesso purtroppo ne ho già 26 (dai, suvvia, ndr). Il mio percorso musicale nasce a scuola di musica, perché ho iniziato a studiare canto in un’accademia, poi ho proseguito privatamente con un’insegnante. Le mie influenze musicali sono abbastanza diverse, perché io mi reputo amante della musica, e la musica ha diverse declinazioni. Per fare un esempio, in qualità di cantante, mi piacciono il mondo del soul dell’r n’ b, sono assolutamente d’insegnamento per me. Allo stesso tempo, se sono in macchina a guidare, mi voglio ascoltare i Lamb Of God, per dire. Quindi mi adatto al mio umore e cerco di non limintarmi sul tipo di genere musicale. Preferisco ascoltare musica bella, che mi trasmette qualcosa. Il mio percorso musicale prosegue con un po’ di band, un po’ di progetti, dalle prime band in ereba a suonare Green Day e Blink 182 a vivere sempre delle evoluzioni, che mi hanno portato per esempio a scoprire i sintetizzatori, tutto ciò che riguarda la musica elettronica. A un ceerto punto decido di proseguire da sola, e quindi di buttarmi in questa avventura spaventosa da una parte, ma dall’altra parte entusiasmante, perché posso seguire quello che mi piace davvero. Nel mio percorso avevo già incontrato Marco D’Andrea, che ho conosciuto inizialmente come insegnante, poi ci siamo ritrovati come amici e poi come artista e produttore. Nel 2021 è uscito “Revenge”, che è il mio primo album, prodotto da Marco D’Andrea, che si caratteerizza anche per delle collaborazioni che mi rendono onore. Mi piace citare ad esempio Giacomo Voli, che ha cantato insieme a me il secondo brano del mio album, “I Want It Now”, che presento stasera. Di sicuro la pandemia ha influito molto negativamente su tutta l’industria musicale, tutto ciò che riguarda i live show e la musica dal vivo. Sono contenta di tornare con una seerata del genere, che per me è molto emozionante.

Come nasce il tuo nome d’arte?

L’ho scelto io. Il mio nome è Valentina, e ho un legame molto forte con la mia famiglia. Sono meridionale, quindi per me la famiglia è importante, e mio fretallo mi chiamava così da piccolo, Nina, ed è un qualcosa che mi sono sempre portata dietro, è un nomignolo e al momento mi piace. Decidendo un po’ quale poteva essere il mio alter ego, non ci ho neanche pensato e ho scelto questo.

Allora, adesso è il momento del classico gioco scemo. Parlando del tuo album di debutto, trovami tre motivazioni per cui una persona che non conosce la tua musica lo dovrebbe acquistare.

Uno, perché parla di storie vere, di emozioni, sensazioni, delusioni, felicità, vere, che ho scritto e raccolto nella mia quotidianità, quindi i brani hanno un oggetto davveero realistico. Due, perché ho provato a sperimentare diversi geneeri. Ho provato per esempio a inseerire due canzoni in italiano, anche se mi hanno sempre detto che l’italiano cozza con il rock, non c’entra niente, fa schifo… allora, poi imparerete a conoscermi, ma più una persona mi dice che non si può fare una cosa, più mi viene voglia di farlo. Ho sperimentato tanto come musica, sia con l’uso dei sintetizzatori, l’utilizzo della doppia cassa e delle chitarre droppate, sia proprio la scelta stilistica dell’italiano e dell’inglese. La terza motivazione è perché io sono assolutamente entusiasta del prodotto che è uscito fuori. Penso che, soprattutto in questo periodo, in cui il rock ha preso una piega più “mainstream” (passatemi il termine), penso che possa fare al caso di quelle persone che apprezzano la musica rock, una voce femminile, degli arrangiamenti complessi, e che apprezzano nuove leve nella musica rock.

In tutto questo, c’è un brano a cui sei più legata?

Sì, è “Via”, che è uno dei due brani in italiano, perché è il primo brano (chiaramente riarrangiato e modificato) che ho mai scritto, all’età di tredici anni, che riguarda chiaramente un tema amoroso, perché non avevo molte altre tematiche a quell’età, ma che io penso possa essere assolutamente qualcosa in cui rivedersi, in quelle parole, ed è la prima canzone che ho scritto, quindi ha un posto davvero speciale nel mio cuore.

 Mi sorge spontanea una domanda provocatoria: hai paura per il concerto di stasera?

Sì (ride, ndr)! Ma è una paura buona, di adrenalina, per il fatto di tornare su un palco , sold out, aprendo a una band come gli Steel Panther, quindi è tutto bello, però la tensione c’è.

(a questo punto prende la parola il produttore Marco D’Andrea, per approfondire alcuni aspetti legati alla carriera di N I n a)

 Ho sempre pensato che la voce di Valentina avesse un qualcosa di particolare rispetto a tutte le voci femminili. Poi è stato bello lavorare insieme perché, quando ti confronti con una cantante che sa in che direzione vuole andare, il lavoro di produttore è anche un po’ più semplice, perché il mio compito diventa quello di creare una sorta di vestito che le stesse bene addosso. Poi, sai, se segui le direttive giuste e anche lei sa che cosa vuole fare, diventa molto più semplice e anche stimolante. Abbiamo avuto anche i nostri battibecchi dal punto di vista artistico, perché è normale, però il prodotto finale, l’album “Revenge”, sono dell’idea che sia ottimo, e stasera aspettiamo che sia il pubblico a decretare come può essere il suo ascolto.

Da chi è composta la band che ti accompagna sul palco stasera?

(N I n a) Abbiamo Andrea Bovolenta alla chitarra, Matteo Casiraghi alla batteria e Filippo Geminiani al basso.

(Marco D’Andrea) Fammi aggiungere questa cosa. Questo è il progetto di N I n a, è lei la cantante, poi Andrea è il suo chitarrista, mentre io e gli altri ci siamo offerti di darle una mano per la serata, vista la sua importanza, quindi anche gli altri sono miei colleghi professionisti, però il progetto è principalmente di Valentina.

Fino a ora, hai fatto esibizioni live con questo progetto?

Sì. La prima che mi viene in mente è quella fatta al Rock n Roll di Rho. Un’altra esperienza incredibile che ho fatto è stata lo showcase, perché ha visto la collaborazione di artisti del calibro di DD dei Lacuna Coil, Masha degli Exilia, Stefano Arrigoni dei Planethard. Abbiamo avuto un’esperienza stupenda, abbiamo fatto uno showcase in piena pandemia, sdiamo andati in streaming…

(Marco D’Andrea) Abbiamo avuto più di 11.000 visualizzazioni in diretta, perciò… la gente era a casa, abbiamo approfittato di questa cosa.

Marco, parliamo un attimo di te e della tua band, i Planethard. Quali sono le novità su di loro?

Ci sono un po’ di novità. Abbiamo un nuovo album in programma, anche se non abbiamo una data precisa di uscita. Abbiamo appena fatto le riprese del videoclip di un nuovo brano, e tra l’altro adesso nella band c’è Andrea Bovolenta, che è anche il chitarrista di Valentina, un mio allievo polistrumentista che coinvolto ogni volta che c’è qualcosa di particolare da suonare.

Chi c’è adesso alla voce dei Planethard?

Alla voce c’è Alberto Zampolli, che è il ragazzo che venne all’ultimissimo secondo a suonare con noi al Forum di Assago alcuni anni fa (in quell’occasione i Planethard vennero chiamati all’ultimo secondo a sostituire i Gamma Ray, che avrebbero dovuto aprire il concerto milanese degli Scorpions ma non riuscirono ad arrivare in tempo, ndr). Quella volta il nostro cantante dell’epoca non ci poteva essere, Alberto ha fatto uno show pazzesco, il pubblico lo ha amato, allora abbiamo deciso di farlo entrare in pianta stabile nella band. Questo sarà il suo primo album ufficiale con i Planethard.

anna.minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

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