Milan Polak – Recensione: Murphy’s Law

A due anni di distanza dal suo predecessore, il chitarrista austriaco Milan Polak propone un altro disco solista (il quarto nella sua carriera), che tra l’altro parla per buona parte italiano, dato che la registrazione e il mixaggio sono stati fatti in Italia da Fabio Trentini, che è poi anche bassista della band nonché addetto a tutta la gestione della parte elettronica, dei samples e della programmazione. Come il suo predecessore, “Murphy’s Law” è un disco in cui Milan Polak suona e canta, sulla scia di altri musicisti come Richie Kotzen, con il risultato di produrre un disco di discreto livello, che forse ha il difetto di non spaziare particolarmente fra le diverse possibilità che il genere propone.

Si avvertono diversi tentativi di avvicinarsi a sonorità moderne, con riff pesanti e lenti, più basati sull’effettistica che sulla bravura tecnica, cosa che accade ad esempio in “Fake” e in “The Opposite Of Love”; i primi tre brani dell’album sono fin troppo simili fra loro come struttura, la conclusiva “The Mystery Of Life” strizza invece l’occhio al prog metal attuale, dove in oltre sei minuti di durata si articolano parti acustiche e sonore strette vorticose, mentre “Torn”, con una struttura particolarmente riuscita e ad effetto, è l’unico vero raggio di sole. Rispetto al precedente “Straight”, si può notare come Milan Polak abbia cercato di dare più spazio al suo strumento piuttosto che alla voce, spaziando maggiormente a livello di effetti sonori ma trascurando un po’ la profondità delle composizioni, elemento che invece non mancava due anni fa. L’album è abbastanza easy-listening in generale, ma non se ne rimane particolarmente colpiti.

Voto recensore
6
Etichetta: Lion Music / Frontiers

Anno: 2009

Tracklist: 01) Murphy's Law
02) No God
03) Inner Truth
04) Losing Me
05) Wannabes
06) The Opposite Of Love
07) Sheeple
08) Torn
09) Alien Nation
10) Fake
11) The Mystery Of Life

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