Come da copione i Municipal Waste ci propongono quattordici schegge impazzite da ascoltare in totale apnea, senza pensare a nulla e con l’unico scopo di divertirsi.

I brani si susseguono uno dopo l’altro senza soluzioni di continuità; non c’è un pezzo che spicchi sugli altri e lo spazio per la fantasia è ridotta al lumicino, ma grazie ad una produzione stellare e un’attenzione maniacale ad ogni particolare e a ogni suono abbiamo, già ora, uno dei migliori album Thrash dell’anno.

Fermo restando che la potenza dell’album è la sua interezza, volendo ascoltare qualche brano per vedere se possa piacere, e sicuramente piacerà, mi sento di consigliare “Demoralizer”, che cola metallo fuso per tutta la sua durata, mescolando l’anima Thrash a quella crossover e lasciando letteralmente senza fiato.

Se non siete ancora convinti ascoltate “High Speed Steel”, che unisce sensazioni punk al suono metallico dei Municipal, punk che ritroviamo anche nella caotica “Blood Vessel / Boat Jail”. Se invece siete un po’ nostalgici e volete qualche assolo, godetevi “Thermonuclear Protection” e “Barreled Rage”, in cui si respira lo spirito del primo Thrash.

Se nessuno di questi pezzi vi è piaciuto, credo non sia proprio il vostro genere; sicuramente c’è chi fa Thrash migliore ma come voglia di far baldoria Tony Foresta e soci non hanno pari al mondo, e credo sia difficile trovare qualcuno, soprattutto tra chi ha avuto la fortuna di vederli live, che possa avere dubbi.

Una particolare menzione è da fare per la copertina, che esprime esattamente tutto quello che ci aspettiamo, zombie, splatter e chitarre elettriche, sia per i testi divertenti e sopra le righe.

Un gran ritorno e una ventata di aria fresca per un genere che, troppo spesso, si trova immobilizzato nel tempo e nei nomi.

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