Mötley Crüe + Def Leppard: Live Report della data di Milano

Dopo il successo del monumentale tour negli Stati Uniti e Canada della scorsa estate, è tempo anche per i fan italiani di assaporare l’accoppiata Mötley Crüe e Def Leppard nel Bel Paese (il The Stadium Tour, ricordiamo, arriva in Europa dimezzato dalle assenze di Poison e Joan Jett). Location scelta l’Ippodromo Snai San Siro di Milano, che fin dalle prime ore del mattino è stata sede di bivacco e attesa per i nostalgici delle sonorità hair metal degli anni ottanta.

DEF LEPPARD

A causa di una coda interminabile agli ingressi, sentiamo solo in lontananza la musica delle Bambole Di Pezza, ma fortunatamente facciamo in tempo ad assistere all’esibizione dei rocker britannici Def Leppard (va precisato che moltissime persone, soprattutto munite di biglietto unico, hanno perso buona parte della loro performance, dopo quasi due ore di attesa e a causa dell’apertura di un solo cancello d’entrata).

La formazione capitanata da Joe Elliott è fautrice di una performance eccellente e impeccabile, che riprende a piene mani la loro lunghissima carriera fatta di hit intramontabili e di successo, ma non è mancato lo spazio anche alla produzione recente con brani estratti dal loro ultimo lavoro in studio “Diamond Star Halos”, come il primo pezzo in scaletta “Take What You Want”, seguito dalla rocciosa “Let’s Get Rocked”, che scatena la miccia e il calore dei presenti e dalla acclamata “Animal”. Elliott afferma che ora è tempo di riportarci al 1983 con “Foolin’”, una composizione tratta da “Pyromania”, e che fa scendere la proverbiale lacrimuccia a più di un nostalgico, e poi continua dicendo che, a causa del lockdown, i membri della band sono rimasti a casa, ma hanno composto materiale nuovo, e quale occasione migliore di questa per introdurre  la nuova e sbarazzina “Kick”, che ben si amalgama alla vecchia produzione? “Love Bites” viene cantata a squarciagola da tutti e, dopo la presentazione della band sulla passerella, è tempo di un altro nuovo brano, “This Guitar”, proposto in modo diverso dalla versione su disco, così come la versione acustica di “When Love & Hate Collide”. C’è anche spazio per i vari assoli di chitarra e quello sorprendente alla batteria del mitico Rick Allen, e sulla celeberrima “Hysteria” scorrono immagini d’epoca che ricordano anche il compianto Steve Clark. La parte finale dello show è un tripudio al passato, con in sequenza “Pour Some Sugar On Me”, “Rock Of Ages” e “Photograph”, canzoni immortali che hanno segnato un’epoca e che anche la nuova generazione di fan sembra apprezzare moltissimo, visto il nutrito numero di nuove leve presenti al concerto. Elliott si congeda dicendo di non dimenticarli perché loro non si dimenticheranno di noi. E sicuramente dopo questo splendido live nessuno potrà farlo. (Eva Cociani)

Setlist:

Take What You Want
Let’s Get Rocked
Animal
Foolin’
Armageddon It
Kick
Love Bites
Promises
This Guitar
When Love and Hate Collide
Rocket
Bringin’ On the Heartbreak
Switch 625
Hysteria
Pour Some Sugar on Me
Rock of Ages
Photograph

MöTLEY CRüE

Sono le 21.00, il concerto dei Def Leppard è appena terminato e sul palco si lavora alacremente per allestire la scenografia dei Mötley Crüe, che prevede un maxischermo sul quale verranno  proiettate oltre alle immagini del concerto anche diversi video a tema per ogni canzone della setlist.
Ai due lati del palco inoltre, troviamo altri due schermi giganti, mentre dall’alto dello stage vengono calati due microfoni a disposizione di  Nikki Sixx e John 5.

Per chi vi scrive, il concerto dei Mötley Crüe di questa sera era una data tanto attesa, avendoli visti l’ultima volta in occasione del Gods Of metal del 2005 e avendo dovuto rinunciare al concerto tenutosi al Forum di Assago nel 2015. La band californiana è stata un punto di riferimento della scena rock sin da quando ero ragazzino, è normale quindi che le mie aspettative fossero alte, pur sapendo bene tutte le vicissitudini che la band ha passato negli ultimi anni, non ultima la separazione decisamente poco indolore, con lo storico chitarrista Mick Mars. Bene forse il problema è proprio questo, le aspettative che uno si pone, troppo spesso ho sentito frasi del tipo: “eh ma ormai è finito”, “non ha più voce” e tante altre “banalità”. Basti pensare ad Axl Rose, eppure forse proprio perché condizionato da questi argomenti non mi aspettavo nulla di eccezionale, quando ho assistito al concerto dei Guns N’ Roses la scorsa estate, avevo lasciato lo stadio di San Siro più che soddisfatto, E così, subito dopo la fine “Kickstart My Heart“, con cui si è concluso il concerto di oggi, non potevo nascondere la mia delusione per lo show appena finito, e i commenti della gente lungo la strada verso l’uscita dell’arena erano tutti del medesimo tipo, negativi.

Ma facciamo un passo indietro. Uno degli aspetti che meno mi ha convinto è stato il palco, decisamente alto, cosa che per chi era nelle retrovie andava benissimo; io stesso sono riuscito a vedere la batteria di Tommy Lee solo quando ho deciso di indietreggiare verso metà concerto. Peccato però che esistesse un “Golden Circle” pagato anche non poco, e che dalle prime file, causa anche la conformazione del palco con passerella, si vedessero solo mezzi busti, eccetto nelle poche occasioni  in cui i nostri decidevano di “affacciarsi” al bordo dello stage.

Bene i suoni, non eccessivamente alti, ma nonostante ciò l’acustica era ottimale, anche se allontanandosi dalla zona del palco si andava a perdere in qualità Anche se non si è registrato il sold out il pubblico era decisamente numeroso, e quando è partita la intro “Requiem in D minor”, l’atmosfera è diventata rovente, appena cinque minuti, dai maxi schermi laterali partono le Breaking News che fanno da prologo al concerto, ed ecco che uno a uno, fra luci laser e tanto fumo, salgono sul palco i protagonisti della serata! 

Si parte con una tripletta micidiale che vede in rapida successione, “Wild Side“, “Shout At The Devil” e “Too Fast For Love“. Come inizio non c’è male, l’attitudine Rock and Roll dei Mötley Crüe è sempre una certezza, tuttavia si sentono i primi mormorii tra il pubblico. Vince Neil ce la mette tutta, ma è palese che ci sono dei problemi, a parte la voce e qualche “stecca”, l’ho trovato decisamente statico sul palco, a differenza di John 5 e Nikki Sixx che coi loro strumenti si muovevano da una parte all’altra dello stage. Intanto la scaletta prosegue con “Don’t Go Away Mad (Just Go Away)” cui seguirà “Saints Of Los Angeles“.
In totale la band suonerà sedici canzoni tratte principalmente dai primi album, e più precisamente quattro brani da “Dr. Feelgood” e due a testa da “Girls, Girls, Girls”, “Shout at the Devil” e “Too Fast for Love”.
Per tutta la durata del concerto sugli schermi scorrono le immagini delle due ballerine secondo lo stereotipo consolidato ma anche ormai obsoleto, del “Sex and Rock and Roll”. Segue il brano “The Dirt (Est. 1981)” tratta dall’omonima raccolta del 2019, e il Guitar Solo di John 5. Siamo praticamente al giro di boa e da questo momento in poi la scaletta si fa decisamente più interessante, si parte con un medley composto da “Rock and Roll, Part 2”, “Smokin’ in the Boys Room”, “Helter Skelter”, “Anarchy in the U.K.” e “Blitzkrieg Bop”; inutile dire che soprattutto i tre minuti di  “Helter Skelter” e “Anarchy in the U.K.” sono stati devastanti.

Nikki Sixx interagisce con il pubblico prima ricordando le proprie origini italiane (con tanto di bandiera portata sul palco), e poi invitando prima una ragazza dal pubblico “presa a caso” sul palco, con tanto di abbraccio conclusivo. Verso il finale è il momento di Tommy Lee, che lascia la sua batteria e inizia il suo personalissimo show con uno scontato  “i love tette”,  dopo un ancor più scontato “Topless Strip” di alcune ragazze fra il pubblico (fa tutto parte dello spettacolo, lo sappiamo). Tutto ciò mentre viene portata una tastiera sul palco con la quale lo stesso Tommy Lee fa partire la ballad “Home Sweet Home“, e qui da Vince Neil era lecito aspettarsi molto di più. Nel finale troviamo tre grandi classici che non hanno bisogno di presentazioni, la carismatica “Dr. Feelgood“, “Girls, Girls, Girls“, durante la quale sul palco compaiono due enormi pupazzi gonfiabili con le sembianze di due cyborg-girls, e il gran finale con “Kickstart My Heart”, con la quale la band saluta il pubblico di Milano.

Sono felice per aver potuto vedere probabilmente per l’ultima volta una band alla quale sono in ogni caso affezionato, dato che i Mötley Crüe, insieme ai Guns ‘n Roses e gli Skid Row, sono stati una band di riferimento del Rock and Roll negli anni ’80,  tuttavia, come detto in precedenza, mi è rimasto l’amaro in bocca sotto diversi aspetti, e come sempre è solo una questione di aspettative.

Setlist:

Wild Side
Shout at the Devil
Too Fast for Love
Don’t Go Away Mad (Just Go Away)
Saints of Los Angeles
Live Wire
Looks That Kill
The Dirt (Est. 1981)
Guitar Solo
Rock and Roll, Part 2 / Smokin’ in the Boys Room / Helter Skelter / Anarchy in the U.K. / Blitzkrieg Bop
Home Sweet Home
Dr. Feelgood
Same Ol’ Situation (S.O.S.)
Girls, Girls, Girls
Primal Scream
Kickstart My Heart

anna.minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

Fabio De Carlo

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Nato qualche anno fa, in pieno autunno, si avvicina al Rock dall’infanzia, quando tra le mani e le orecchie le capitano Europe e Bon Jovi, ma è con gli Iron Maiden prima e Helloween poi, che arriva la svolta al Metal. 
La musica ha sempre messo le cose un po’ più in ordine, il mio sogno era stare sopra un palco, non ci sono mai salito, ma ho iniziato presto coi concerti, Monsters of Rock 88. 
La passione per la fotografia arriva più tardi, nei primi anni 2000. "...no more wasted years, no more wasted tears life’s too short to cry, long enough to try." [Kai Hansen - Helloween]

eva.cociani

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Amo la musica a 360 gradi, non mi piace avere etichette addosso, le trovo limitanti e antiquate, prediligo lo street, il glam e anche il goth, ma non disdegno nulla basta che provochi emozioni. Ossessionata dalle serie tv, dalla fotografia, dai viaggi e dai live show mi identifico con il motto: “Live the life to the fullest”.

3 Comments Unisciti alla conversazione →


  1. salva

    Ho visto il final tour del 2015 e devo dire che già lì mezzo concerto lo ha cantato il pubblico……tutto sommato voce ancora accettabile allora……. oggi ho visto solo alcuni video di vari concerti di questo tour e posso dire solo una cosa: non era meglio finirla nel 2015 con il tour di addio e lascare a tutti un ricordo indelebile della band che erano ? perchè ora, da fan puro, ammetto la pateticità.
    Non sono più credibili nè come musicisti, nè come teppisti, nè come latin lover.
    L’ombra di loro stessi…… rispetto per Mick !

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    • Willy Nicolini

      Sono d’accordo con te. Però pensa che erano già l’ombra di loro stessi (forse appena accettabili) nel 2005…
      Qui siamo alla decomposizione, vecchi da RSA. Aiutati dalla tecnologia con il solo scopo di monetizzare quanto più possibile spennando i propri fans. Due parole: EUTANASIA ARTISTICA!

      Reply (in reply to salva)
  2. Willy Nicolini

    …Scusate è il secondo commento che lascio su questo argomento (il primo su Metal Italia). Mi spiegate perchè non parlate del motivo per cui “è rimasto l’amaro in bocca”…. Sembra che tutti abbiate “paura”.
    Se scrivete una brutta recensione non vi forniscono più accrediti? Non vi permettono più di fare le interviste..?
    Nessuno che usa l’unica parola appropriata: TRUFFA.
    Devo capire che recensioni siano queste… Purtroppo è l’ennesima prova che questo genere musicale è “attaccato ad una macchina”. Potrebbe essere il momento di incominciare a staccare qualche spina. (giornalisti nostalgici e prezzolati compresi)…

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