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Monspell + Rotting Christ: Live Report della data di Milano

Diciamoci la verità, è nella natura umana non accontentarsi mai: ci lamentiamo dei concerti in settimana e proprio per questo dovremmo esultare di fronte ad una data domenicale; c’è da dire che l’inverno è alle porte, le temperature sono quelle che sono, e costa un po’ di fatica lasciare il divano di casa sotto la foschia padana che ci accompagna nel nostro spostamento in quel dei Magazzini Generali di Milano.
Spoiler: qualunque sforzo sarà ripagato da una meravigliosa serata sotto l’oscura e bellissima stella di Rotting Christ e Moonspell.

Il bill mediterraneo è interrotto solo dagli svizzeri Silver Dust, che si esibiscono dopo gli apripista italiani Scream Baby Scream.
I Silver Dust propongono un hard rock intervallato da momenti elettronici e una forte componente visuale: ne è la prova lo schermo a forma di specchio che affianca i musicisti sul palco e che racconta in immagini la storia narrata nei brani, soprattutto quelli estratti dall’ultimo album della band, “House 21”, uscito nel 2018.
Il gruppo di Porrentruy riesce ad intrattenere piuttosto bene gli spettatori che iniziano ad assieparsi sotto al palco e, c’è da dire, non stona nel tema dominante della serata, in cui la dicotomia luce-ombra penderà senza dubbio più a favore di quest’ultima.

I motori sono caldi (nonostante il freschetto che continua ad aleggiare nel locale), ci siamo assicurati la giusta visuale dello stage e siamo pronti a goderci lo show dei Rotting Christ che, dopo i vari e recenti avvicendamenti di lineup, si presentano sul palco con un giovane bassista che avrà attirato l’attenzione di più di una donzella presente tra il pubblico.
Nell’ora circa a disposizione, la band di Atene coinvolge e trascina il pubblico nel suo mondo black. Poche parole e molti fatti all’attivo.
La setlist è di tutto rispetto, a partire da 666, attraverso Dies Irae, per approdare a Grandis Spiritus Diavolos e, soprattutto, all’acclamatissima e conclusiva Non Serviam.
Una resa dal vivo professionale, esplosiva e, ne siamo certi, apprezzatissima anche da chi non è arrivato ai Magazzini Generali per assistere espressamente allo spettacolo dei Rotting Christ.

Ed eccoci all’atto conclusivo, che vede protagonisti i portoghesi Moonspell.
Reduci dall’ultimo, apprezzatissimo album “1755”, Fernando Ribeiro e soci riescono come sempre ad incantare con le loro melodie seducenti e una presenza scenica a dir poco carismatica.
I brani tratti da “1755” tengono banco ed è un piacere ascoltare i testi in portoghese, che meglio di ogni altra lingua può raccontare l’atmosfera tragica della catastrofe narrata nell’album, un terribile terremoto che distrusse Lisbona proprio nel 1755.
Tra En Nome Do Medo, In Tremor Dei e 1755, trovano spazio anche i più grandi successi della discografia della band, a partire dall’incantevole e incantatrice Opium, attraverso Night Eternal, Breathe, Mephisto e Vampiria, come sempre dedicata a tutte le vampire presenti ai Magazzini Generali.
La bellezza è nelle orecchie di ascolta, ma la magia di Alma Mater viene brevemente interrotta dal capitombolo del buon Fernando, che inciampa nel cavo del microfono e, dopo un momento di barcollamento, cade rovinosamente all’indietro.
Poco male; come dirà al pubblico al termine del brano, non c’è niente di rotto e in fondo lui è solo un pagliaccio. Lo dimostrano, positivamente in termini di intrattenimento, il consueto cambio d’abito con mantello di velluto sfoggiato per i pezzi più gotici e i giochi di luce che i Moonspell cercano sempre di regalare ai loro fan.
La band lascia il palco per qualche secondo, prima di ricomparire per l’encore che incornicia la serata con Todos Os Santos e Full Moon Madness.

Ebbene sì, abbiamo fatto davvero bene ad uscire di casa in questa fredda serata d’autunno: a scaldarci, a cullarci tra le sue braccia vellutate (o a prenderci a schiaffi, ma di quelli buoni), ci ha pensato ancora una volta la musica.

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