Recensione: Metal

I tedeschi Messiah’s Kiss (band non particolarmente nota ma attiva dal 1986), tornano sul mercato discografico con la loro quarta release. ‘Metal’ è un titolo che possiamo vedere come una dichiarazione d’intenti, poiché ciò che i cinque mitteleuropei ci offrono è un puro e semplice heavy classico influenzato in massima parte dalla NWOBHM e dalla scena tedesca dei primi anni ’80. I brani sono strutturati in massima parte sul sound delle chitarre e su linee di basso potenti e ben distinguibili, sempre in prima linea a guidare la sezione ritmica. L’album raggiunge il suo climax in ‘Metal ‘Till We Die’, un anthem enfatico di manowariana memoria, ‘Angels’, speed metal melodico dal refrain accattivante (debitore a quanto composto dagli Helloween dei due ‘Keeper…’) e la semi-ballad ‘Tears Of The Rain’. Quest’ultimo è forse il pezzo più sperimentale, vista la maggiore dose di melodia (qui la coppia di axe-men George Kraft e Alexander Hitz si cimenta anche con le chitarre acustiche) e gli inserti di una voce femminile molto soul. Il nostro elogio va poi al singer Mike Tirelli che, un po’ Ronnie James Dio e un po’ David Lee Roth, offre una prestazione vocale priva di sbavature. Difetti? Beh, inutile negare che quattordici pezzi siano veramente un po’ troppi e che l’ascolto tenda a perdersi nell’eccessiva lunghezza dell’album, caratteristica che rende palese come alcuni brani (pur tecnicamente perfetti) siano fin troppo somiglianti tra loro. ‘Metal’ è tuttavia un disco che si lascia ascoltare con piacere, grazie anche all’innegabile integrità della band e all’ottima produzione affidata a Nikolo Kotzev.

Andrea Sacchi

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Poser di professione, è in realtà un darkettone che nel tempo libero ascolta black metal, doom e gothic, i generi che recensisce su Metallus. Non essendo molto trve, adora ballare la new wave e andare al mare. Ha un debole per la piadina crudo e squacquerone, è rimasto fermo ai 16-bit e preferisce di gran lunga il vinile al digitale.

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