C’è un unico difetto in questa prima edizione del Metal Machine Festival, non dovuto a imperizia degli organizzatori, ma alle condizioni meteo avverse: il fatto che non si sia potuto sfruttare il bel Parco Salici, alle porte di Reggiolo, bassa reggiana (per chi ha frequentato il Tempo Rock a Gualtieri negli anni 90 e 2000, siamo nelle vicinanze), dove era previsto inizialmente che si tenesse il festival. L’evento viene comunque spostato nel grande tendone subito a fianco, e non ci sono problemi. Cominciamo quindi con il fare un plauso all’organizzazione, che ha saputo realizzare un festival a portata di tutti e capace di attirare un gran numero di appassionati. La scelta di proporre quattro band, tre provenienti da città vicine e comunque nomi con una storia già consolidata alle spalle, e di concludere con un headliner di fama come gli IN.SI.DIA. ha permesso di mantenere l’attenzione alta da parte del pubblico, senza sovraccaricare una giornata già densa di impegni. Anche la scelta di proporre band che suonano generi musicali differenti fra loro è stato un punto a favore, così come la buona qualità dei suoni e gli spazi più che adeguati. Si percepisce con chiarezza che il Metal Machine Festival sia organizzato da appassionati della musica live, che quindi hanno saputo mettersi nei panni dei presenti per anticipare quelle che potevano essere le necessità di tutti. Per ultimo, citiamo il fatto che il festival si sia svolto in associazione con un gruppo locale di bikers, la Compagnia del Porto, e del loro motoraduno. I bikers avevano in atto una campagna di finanziamento per l’acquisto di un’altalena per disabili, che però viene sospesa momentaneamente e il ricavato del motoraduno viene devoluto alle popolazioni della Romagna colpite dall’alluvione delle settimane scorse. Il giudizio nel complesso è più che positivo per questo evento, piccolo forse ma più che meritevole di attenzione, e non resta che aspettare l’edizione 2024, con l’augurio che sia anche migliore di questa.
EGO
I primi a salire sul palco sono gli Ego, band di Carpi, in provincia di Modena. La formazione è attiva fin dagli anni 90 e propone un metal dalle sonorità di fondo pesanti e difficili da collocare in un genere preciso. Probabilmente è proprio questa difficile incasellamento in un genere preciso che rende la loro esibizione così accattivante anche a coloro che lil ascoltano per la prima volta. La band è magnetica e coesa sul palco, i musicisti tengono il palco senza nessun problema e creano un muro sonoro che non ha spiragli. Ottimo inizio.
BLADE CISCO
Dopo circa un’ora di pausa all’ora di cena, si riparte con la musica. I Blade Cisco salgono sul palco introdotti dalle note di “Romagna mia”, a testimoniare ancora una volta la vicinanza con i corregionali. Si cambia genere e si passa quindi all’AOR condito da una dose abbondante di tastiere, voci melodiose e così via, tutto in accordo perfetto con quelli che sono i canoni del genere. La band è, come sempre, impeccabile sul palco, esegue il proprio repertorio con precisione millimetrica e lascia ancora una volta un’impressione eccellente. Una bella conferma.
SILENZIO PROFONDO
I Silenzio Profondo sono la meglio gioventù del metal italiano. La loro proposta musicale comprende un heavy metal abbastanza classico, ma cantato in italiano e, soprattutto, una potenza distruttiva sul palco che rende i loro live un’esperienza trascinante a cui è impossibile resistere. La band propone una carrellata del proprio repertorio, con brani estratti da entrambi gli album pubblicati dalla band, come “Elettroshock”, “Jack Daniel’s” e “Incubo”, ma c’è spazio anche per un’anteprima, un nuovo brano intitolato “Terra 51”, che dovrebbe fare parte di una nuova uscita discografica in programma per il 2024. Giovani e spontanei, ma professionali sul palco come professionisti consumati, i Silenzio Profondo sono la risposta migliore a chi sostiene che nell’underground di casa nostra non ci sia niente di interessante. Esplosivi.
IN.SI.DIA.
La prima edizione del Metal Machine Festival, come detto, si è caratterizzata per una scelta equilibrata delle band proposte: tre che provengono dal territorio circostante e hanno un trascorso consolidato, mentre con la scelta degli IN.SI.DIA. come headliner si sale uno scalino ulteriore per quanto riguarda la qualità della proposta. Anche per loro si può parlare senza ombra di dubbio di un live impeccabile, preciso e che soprattutto riprende tutti i momenti più significativi della discografia. La band bresciana propone infatti grandi classici come “Parla parla” o “Tutti Pazzi”, ma non mancano gli estratti dall’ultimo lavoro della band, “Di Luce E D’Aria”, uscitro lo scorso anno, come “Non Siate Complici”. Da un estremo all’altro, si torna anche a “Denso Inganno” con “Il Mondo Possibile”, che apre il live, e “Mai Perdere Il Controllo”. Un live di grande impatto, forse un po’ più freddo dei precedenti sull’aspetto del contatto con il pubblico, ma non meno coinvolgente. Una conclusione degna per quello che, viste le premesse, si candida a diventare una realtà piacevole e di tutto rispetto nell’ambito dei festival metal locali.