Nel panorama sempre più in espansione dei festival estivi del nostro Paese, spendiamo volentieri parole di apprezzamento nei confronti dell’AMA Music Festival. Collocato a breve distanza da Bassano del Grappa, il festival si svolge su un terreno ampio e comodo, con un’area ristoro ampia, un palco alto che permette una buona visuale anche da lontano e qualche stand per gli sponsor del festival (fra cui spicca lo stand fucsia della Easy Toys). Su questo contesto pieno di aspetti positivi pendeva la spada di Damocle del maltempo, preannunciato da giorni. Per fortuna il tutto si è limitato a una breve spruzzata di pioggia durante l’esibizione dei Katatonia e ad altri due momenti, prima dell’entrata del pubblico (segnaliamo anche la presenza di molte famiglie con ragazzini al seguito e di gruppetti di adolescenti alle prime esperienze) e a concerti terminati, che quantomeno ha contribuito ad abbassare il tasso di umidità in stile Borneo di metà pomeriggio. L’AMA Music Festival 2023 si chiude con una giornata all’insegna del metal, con quattro band dagli stili e storie differenti, ma tutte altrettanto efficaci.
MESSA
Sono una delle rivelazioni principali di questi ultimi anni nella scena metal italiana, e il loro apprezzamento è più che giustificato. I Messa hanno la capacità di evocare atmosfere glaciali e di catalizzare l’attenzione dei presenti a dispetto dell’orario, che potrebbe non essere ideale per apprezzare in pieno una band doom. Eppure, il loro spettacolo è intenso e viene ascoltato, appunto, in un silenzio quasi religioso e un po’ surreale. Merito di un repertorio, estratto dall’ultimo album pubblicato, “Close”, che mette in evidenza le doti personali di scrittura della band, su cui spicca, è quasi inutile dirlo, la voce perfetta di Sara. In appena mezz’ora di tempo i Messa danno prova di grande professionalità e aprono la strada alla parte rimanente della giornata, che sarà comunque in crescendo. Insomma, un ottimo inizio.
KATATONIA
La particolarità dell’esibizione dei Katatonia è il fatto che oggi la band si esibisce con una formazione a quattro elementi, senza Anders Nyström, che aveva già saltato (con sostituzione, però) il tour invernale insieme ai Sólstafir. Questa assenza, peraltro di un membro fondatore, potrebbe deporre a loro sfavore; per fortuna i Katatonia sono dei professionisti rodati e dispongono di una serie di frecce di tutto rispetto. Anche la loro esibizione è incentrata sull’ultimo album, “Sky Void of Stars”, ma non mancano brani classici come “Forsaker”, “My Twin” e “July”, che chiuderà il set. Anche qualche problema tecnico a inizio esibizione, in particolare durante “Austerity”, viene superato con disinvoltura e professionalità. I Katatonia mettono in scena uno spettacolo cupo e magnetico e, anche se si ha la sensazione che una parte di pubblico discosti la sua attenzione dal palco, la maggioranza dei presenti partecipa con entusiasmo. A pochi mesi di distanza dal loro ultimo passaggio in Italia, i Katatonia confermano di essere un caposaldo del genere.
Setlist:
-Austerity
-Colossal Shade
-Lethean
-Birds
-The Winter of Our Passing
-Forsaker
-Opaline
-My Twin
-Atrium
-Old Heart Falls
-July
LACUNA COIL
Se con i Katatonia una parte di pubblico sembrava meno coinvolta nei confronti di quanto avveniva sul palco, questa sensazione viene spazzata via del tutto non appena i Lacuna Coil appaiono sulla scena. Per rendere l’esibizione ancora più intensa c’è poi il contributo di Cristina Scabbia che, oltre a confermarsi come una cantante ineccepibile, si lascia andare ad apprezzamenti sulla location e afferma di sentirsi a casa visto che i suoi genitori sono veneti. Non c’è bisogno di arrivare alla cover di “Enjoy Tne Silence”, verso il finale, per attirare l’attenzione del pubblico; i Lacuna Coil sono in forma splendida, sia con gli estratti dal recente “Black Anima”, sia con la riproposizione di brani da “Comalies XX”, come con “Heaven’s A Lie”. Insomma, fra passato e presente, ancora una volta ci troviamo di fronte a un’esibizione entusiasmante. Rivedremo Cristina Scabbia in scena poco dopo, insieme ai Megadeth per il duetto su “A Tout Le Monde” (era prevedibile, ma è lei a confermarlo fra un brano e un altro). C’è tempo anche per regalare una bacchetta della batteria a un giovane drummer, segnalato grazie a un cartellone tra il pubblico del pit; ancora una volta un’esibizione di tutto rispetto.
Setlist:
-Blood, Tears, Dust
-Reckless
-Layers of Time
-Heaven’s a Lie XX
-Our Truth
-Now or Never
-Veneficium
-Enjoy the Silence
-Never Dawn
-Tight Rope XX
-Swamped XX
-Nothing Stands in Our Way
MEGADETH
Chi frequenta l’ambiente dei concerti da un po’ sa che Dave Mustaine è noto per avere, diciamo, non proprio un carattere facile. Gli annali ci restituiscono racconti quasi mitici di concerti interrotti a metà perché a Mustaine erano girati i cosiddetti per qualche motivo (era successo anche in Italia negli anni 90) e in generale si sa di avere a che fare con una persona a cui potrebbe saltare la proverbiale mosca al naso da un momento all’altro. Ecco, il pubblico dell’AMA Music Festival ha potuto vedere un Mustaine quasi inedito, chiacchierone, gioviale, perfino pronto alla battuta. Non sappiamo se il motivo sia che quella di Bassano del Grappa era l’ultima data del tour europeo, per cui la voglia di tornare a casa prevaleva sul resto, o se, come raccontato tra un brano e l’altro, il leader dei Megadeth abbia preso casa in Italia insieme al resto della famiglia. Fatto sta che questo live esplosivo è stato arricchito anche da questi dettagli simpatici, cornice ideale di un concerto impeccabile. Fra un accenno di canzoncina per un fan che compiva gli anni quel giorno e uno sfoggio di quel minimo di italiano che il classico turista straniero impara da subito (parolacce, è ovvio), il succo della questione è che, ancora una volta, abbiamo assistito a un live eccezionale. I brani proposti spaziano in grande, anche se non possono mancare i grandi classici, con l’apertura affidata a una “Hangar 18” di tutto rispetto. La raffica finale di “Symphony Of Destruction” e “Peace Sells…” è preceduta da momenti di grande intensità, fra cui spicca una ottima “Dystopia”. Le prime file interagiscono a dovere con i Megadeth, che ripagano i fan e diffondono secchiate di energia. Come previsto, Cristina Scabbia torna sul palco per “A Tout Le Monde”, che si conclude fra un abbraccio affettuoso a fine brano e fa piacere il ritorno in scaletta di “Tornado Of Souls” (annunciata da Mustaine come “una canzone sul meteo”), che era mancata invece lo scorso anno al Rock The Castle. Da citare anche il lavoro di Kiko Loureiro, una conferma per un chitarrista da sempre dotato di una grandissima personalità. La conclusione affidata a “Holy Wars…” mette la parola fine a una giornata che, almeno dal punto di vista musicale, ha prodotto solo soddisfazioni. Il sodalizio fra metal e AMA Music festival è stato inaugurato quest’anno; ci si aspetta, data la buona riuscita dell’evento, che si possa confermare anche negli anni a venire.
Setlist:
-Hangar 18
-Wake Up Dead
-In My Darkest Hour
-Sweating Bullets
-Dread And The Fugitive Mind
-Angry Again
-We’ll Be Back
-Dystopia
-Trust
-A Tout Le Monde
-Tornado Of Souls
-Symphony Of Destruction
-Peace Sells
-Holy Wars…The Punishment Due