Iced Earth: “Horror Show” – Intervista a Matthew Barlow

Confessatelo: quanti di voi sognano di suonare in un gruppo famoso e di vivere all’insegna del motto “sesso, droga & rock n’roll”? Ma non è tutto oro quel che luccica. Il cantante dei floridiani Iced Earth al telefono ha una voce stanchissima, lontanissima dalla potenza che dimostra su disco, stremato dai tanti impegni promozionali.

Nonostante ciò, si dimostra professionale fino all’ultimo nel parlarci del nuovo parto della sua band: ‘Horror Show’, disco di puro power-thrash nell’ormai classico (e, ultimamente, molto popolare) stile degli Iced Earth; disco che ha come nucleo tematico le mostruosità celebri dell’horror, “fotografate” dalla band nelle loro nuove composizioni. Welcome to the show!

Allora, Mat… sembra che ultimamente tu e John abbiate passato molto tempo a vedere film horror…

(ride, N.d.A.) Beh, non solo ultimamente… sia John che io siamo sempre stati dei veri maniaci per quanto riguarda l’horror! Alla fine, incidere un disco che avesse per protagonisti i mostri famosi del cinema e della letteratura horror per noi è stato molto naturale, è un’idea che abbiamo già da qualche anno: avremmo dovuto realizzare un EP basato su personaggi come Michael Myers (il folle omicida di ‘Halloween’, N.d.A.) che si sarebbe intitolato appunto ‘Monsters’. Poi di quest’idea non se n’è fatto più niente, ma al momento di fare il nuovo disco abbiamo pensato di riprendere l’idea e di farne qualcosa di ancor più ‘cool’. Però ci siamo resi conto che le storie basate sugli ‘slasher movies’ non avrebbero funzionato bene, John come autore dei testi aveva intenzione di cimentarsi con qualcosa di più impegnativo, era alla ricerca di buone storie alle quali ispirarsi per la musica. Per questo abbiamo scelto i personaggi che sono poi finiti su ‘ Horror Show’.”

‘Horror Show’ è possibilmente il vostro album più melodico e, allo stesso tempo, più potente! Siete soddisfatti del risultato finale?

“Oh, ci puoi giurare! Speriamo solo che ottenga una risposta positiva… Noi cerchiamo di fare qualcosa di differente in ogni disco, anche se credo che lo stile degli Iced Earth, il riffing di John e il suo modo di scrivere musica, siano sempre riconoscibili in ogni disco!”

Anche la tua voce è più aggressiva che in passato…

“Sai, come dicevo, cerchiamo ogni volta di fare qualcosa di nuovo… Con ‘Horror Show’ ci siamo trovati ad affrontare una situazione diversa con ogni canzone, ogni volta abbiamo cercato di definire un personaggio diverso e di rispecchiare con la musica l’atmosfera della storia. Abbiamo provato molte soluzioni diverse per ogni canzone, e, alla fine, penso che abbiamo fatto un buon lavoro. Per esempio, su ‘Frankenstein’ c’è una parte con il cantato più profondo che è stata fatta da John, il che contribuisce a dare alla canzone un contesto diverso dal solito. Inoltre, su canzoni come ‘Damien’ e ‘Dracula’ per la prima volta abbiamo usato un vero coro di otto persone, invece di essere sempre e solo io, John e Jim (Morris, ‘capoccia’ degli studio Morrisound, N.d.A.) a occuparci di tutte le parti vocali.”

Mi sembra che comunque vi siate sforzati di dare una vostra interpretazione personale dei personaggi di ‘H.S.’, ‘Dracula’ per esempio ha un atmosfera molto, ehm, romantica!

“Beh, sì, quello è un personaggio molto romantico! La storia contiene molti elementi tragici, quasi Shakespeariani, ed in fondo, si tratta poi di una storia d’amore… con un finale molto amaro!”

Avete anche deciso di incidere una cover di ‘Transylvania’ degli Iron Maiden… siete riusciti a farla suonare come se fosse vostra pur cambiando pochissimo!

“Grazie, that’s cool! John adora il songwriting di Steve Harris e soci. Le canzoni degli Iced Earth sono basate sul riffing della chitarra, mentre nei Maiden la parte del leone la fa il basso, così John ha preso le linee di basso e le ha riarrangiate per il suo strumento: il risultato è un mix molto ben bilanciato tra il loro e il nostro stile, direi!” Mat, su ‘H.S.’ hanno suonato nientemeno che Richard Christy (batterista di Death, Control Denied, Demons & Wizards, N.d.A.) e Steve DiGiorgio (anche lui con Death e Control Denied, ma ha prestato i suoi servigi di bassista a miriadi di band! N.d.A.), praticamente ora avete una formazione di all-star del metal… com’è nata questa cooperazione?

“Well, entrambi sono stati raccomandati a John da Jim Morris. Richard e John già si conoscono da un paio di anni e hanno suonato insieme nei Demons & Wizards. Richard è un ragazzo a posto e un grande batterista, sarà un piacere andare in tour con lui. Steve invece si è occupato del basso solamente in studio di registrazione. Ci sarebbe piaciuto immensamente averlo con noi dal vivo, è un bassista eccezionale, ma purtroppo anche molto impegnato!”

Due parole sulla copertina… in passato dell’artwork si sono occupati fumettisti celebri come Todd MacFarlane e Greg Capullo, mi sarei aspettato qualcosa di Michael Turner questa volta…

“Il disegnatore di ‘Fanthom’? (ride, N.d.A.) Oh, è un grande anche lui, ma non siamo in contatto con lui… Dell’artwork si è occupato invece Danny Miki, che ha lavorato su ‘ Spawn’ e ‘The Creech’ e che aveva già lavorato con noi su ‘Alive In Athens’, insieme a Travis Smith.”

Il mostro che appare sulla copertina vi tiene compagnia ormai da tre album… è diventato una sorta di mascotte alla Eddie, si direbbe!

“Sì, è così! E’ un personaggio inventato da John, pensiamo che faccia un’ottima figura sulle copertine e sulle magliette… “

Tre anni fa giravano voci riguardo a una serie a fumetti ispirata a questo allegro figuro…

“Sì, purtroppo però non si è potuto fare nulla in questo senso… anche se l’ultima parola ancora non è detta, chissà.”

Senti Mat, oltre che dai film e dalla letteratura, da dove traete l’ ispirazione per comporre?

“Oh, da tutto quello che ha a che fare con la fantasia, in generale. Penso che sia la cosa migliore. La gente ha a che vedere col mondo reale per tutto il tempo, non c’è quindi una via migliore della nostra immaginazione per liberarsene per un pò. Ed è quello che cerchiamo fare noi con la musica, fornire alla gente un modo per staccare un pò la spina, fuggire temporaneamente dal mondo.”

Quindi vedi la musica come un modo per fuggire dalla realtà?

“Sì, cosi dovrebbe essere! Per esempio, se vai al cinema, non ci vai per assistere alla vita di tutti i giorni ma per vedere qualcosa di diverso, ci vai per staccare il cervello dal mondo… o almeno, così è per me, almeno per un pò non voglio pensare alla routine quotidiana, al lavoro, eccetera. E per la musica è la stessa cosa.”

Negli ultimi anni gli Iced Earth sono diventati molto popolari, sei soddisfatto della tua carriera come musicista?

“Ehm… no! (ride, N.d.A.) No, credo che se uno è già soddisfatto di quello che ha, allora è alla fine della sua strada… noi invece non siamo affatto soddisfatti, le cose possono sempre andar meglio; così noi cerchiamo sempre di migliorarci, come musicisti ed in tutto quello che facciamo, e ci aspettiamo lo stesso dalle persone che lavorano con noi, che diano sempre di più per spingere la band in alto!”

So che avete un legame molto forte con i vostri fan, tanto che gli avete persino dedicato una canzone (‘Blessed Are You’ su ‘Something Wicked This Way Comes’, N.d.A.)…

“Sì, abbiamo un ottimo rapporto con i nostri fan! Credo che loro lo sentano, noi facciamo nostra l’energia che ci trasmettono e gliela restituiamo con la nostra musica… credo che gli Iced Earth abbiano i fan migliori di questa terra! Voglio dire, quando siamo in tour viaggiamo per i posti più disparati, e dappertutto i nostri fan ci riservano un’ accoglienza fantastica: il minimo che si può fare è avere un gran rispetto per loro!”

Senti Mat, negli anni avete svilupato un vostro stile musicale immediatamente riconoscibile… vi è mai capitato di avere la tentazione di introdurre cambiamenti radicali nel vostro songwriting?

“No, non penso che sia necessario. Sai, credo che i cambiamenti nel nostro modo di scrivere musica si verifichino naturalmente, così che i nostri album sono tutti diversi tra loro; infatti ad alcuni piace particolamente un album rispetto agli altri… sento ancora oggi fan che mi dicono che il loro disco preferito è ‘Night Of The Stormrider’! E va bene così, perchè questo vuol dire che ovviamente queste persone hanno tratto da questo disco emozioni che per loro sono personalissime. Ma allo stesso tempo credo che le stesse persone comprano un disco degli Iced Earth perchè sanno che tipo di musica aspettarsi da noi, perchè conoscono il nostro stile; anche se non abbiamo mai avuto cambiamenti radicali, abbiamo uno stile che si evolve comunque di disco in disco, e credo che vada bene così!” Ok… Mat, so che siete molto affezionati all’heavy metal tradizionale; oggi per metal si può intendere tutto ed il suo contrario e ci sono moltissimi sottogeneri… come giudichi la scena attuale?

“Come dici tu, la scena oggi è più diversificata che mai, anche se non credo che in fondo sia un problema. Generi diversi come l’ heavy classicco ed il black metal possono coesistere tranquillamente, c’ è spazio per tutti. Ad esempio, band come i Dimmu Borgir o i Cradle Of Filth sono il massimo nel loro genere, così come noi lo siamo nel nostro, ma questo non vuol dire che se ti piace il black o lo speed devi ascoltare solo quello. Magari a un nostro fan può piacere anche il rap, e che ci sarebbe di male? In fondo, la varietà è quel che rende la vita interessante! E’ una questione di gusti…”

Mat, John suona anche con i Demons & Wizards che ultimamente lo hanno tenuto parecchio impegnato… tu hai mai pensato di dedicarti a progetti musicali diversi dagli Iced Earth?

“No, anche se mi hanno offerto in passato di unirmi ad altre band. Io preferisco concentrare i miei sforzi interamente sugli Iced Earth, tutte le mie energie sono dedicate a spingere avanti la mia band. Tutto quello che faccio in questo campo è finalizzato agli Iced Earth, penso che anche quello che fa John coi Demons & Wizards ci abbia fatto molto bene, facendo girare il nostro nome anche tra chi prima non ci conosceva affatto. Ma non mi unirei mai ad una band così, tanto per fare qualcosa di diverso.”

Cosa pensi attualmente dei vostri dischi passati? Ce n’è uno al quale sei rimasto particolarmente legato, o è ‘H.S.’ il tuo preferito?

“Lo è, decisamente! Penso che sia normale che il disco che hai appena finito di scrivere e registrare sia in cima alle tue preferenze, dopotutto in esso abbiamo investito tutte le nostre energie, e se non fosse così, vorrebbe dire che c’è davvero qualcosa che non quadra!”

Mentre tra i vostri dischi passati, quali preferisci?

“Oh, direi… hmmm… beh, penso che i migliori siano ‘The Dark Saga’ e ‘Something Wicked This Way Comes’, che sono i più recenti ed inevitabilmente più maturi rispetto ai dischi più vecchi.”

Ti confesso che il mio preferito resta tuttora ‘Burnt Offerings’… aveva un’atmosfera così incredibilmente tetra!

“Lo so, è vero, questa è una cosa che dicono molti dei nostri fan di vecchia data, sono in molti a pensarla come te!”

Ok, diamo uno sguardo al futuro, quali sono i vostri progetti?

“Oh, terminati gli impegni promozionali, ad agosto inizieremo un tour e tra settembre-ottobre dovremmo venire da voi in Europa.”

Tu in che dimensione ti trovi più a tuo agio, a suonare dal vivo oppure in studio?

“Oh, beh, sono due cose completamente differenti. Anche se devo dire che personalmente, non credo ci sia niente di paragonabile al suonare dal vivo, con i fan che ti trasmettono un’energia incredibile, è una cosa bellissima!”

Scommetto che avresti un sacco di storielle divertenti da raccontare riguardo a quello che succede in tour…

“Oh, a dire il vero, no, siamo piuttosto “conservatori”… a parte la birra occasionale, ci concediamo pochi vizi. Cerchiamo di essere il più professionali possibile, quindi suonare ubriachi è da escludersi. Anche per una questione di rispetto nei confronti dei fan, che pagano per vederti suonare, è un dovere offrire loro uno show che valga il denaro che hanno speso.”

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