Il cinquantasettenne canadese Martin Popoff è certamente uno dei giornalisti e studiosi dell’hard rock e dell’heavy metal, espresso in quasi tutte le sue possibili forme artistiche. Se la sua prosa molto diretta e spesso i suoi giudizi su alcune band e dischi possono ovviamente risultare molto soggettive, non possiamo veramente contestare la sua assoluta competenza e passione per questo mondo musicale, esplicitato fin dal lontano 1993 in almeno un centinaio di libri pubblicati, suddivisi tra antologie, biografie, analisi di discografie, esaltando o criticando l’operato di band come (in rigoroso ordine sparso) Led Zeppelin Queen, Ufo, Rush, Motorhead, Scorpions, Black Sabbath, Judas Priest, Thin Lizzy, Van Halen, Motley Crue, Black Funeral, Depp Purple, AC/DC, Rainbow, Dio, Metallica, Riot, e la lista andrebbe avanti ancora per molto, ma noi ci fermeremo agli Iron Maiden.
Popoff ha trattato questa mitica band albionica in più pubblicazioni, come “Iron Maiden: Album by Album”, “Holy Smoke: Iron Maiden in the ‘90s”, e appunto “Where Eagles Dare”, che vuole narrare della storia del gruppo dalle origini fino a “Seventh Son OF A Seventh Son”, in pratica, gli anni più gloriosi e quasi “intoccabili”, dove la leadership del trono mondiale dell’Heavy Metal era saldamente nelle loro mani.
La Tsunami Edizioni decide quindi di adattare e tradurre il libro, che muta il suo titolo in “Revelations – Gli Iron Maiden Dalle Origini A Seventh Son.”
Certamente non si contano pubblicazioni che narrino delle gesta dei Maidens soprattutto nei loro anni d’oro, che arrivino direttamente da loro (soprattutto alcuni pregevoli documentari visivi) oppure da ambiziosi tuttologi del metal, al punto che risulta veramente difficile trovare qualcosa che non sia già stato detto e scritto della band. Popoff, in queste 288 pagine ci prova senza timore ed affanni, soffermandosi soprattutto sui primi anni ruspanti della band (1975-1980), raccontanto i problemi di Steve Harris per stabilizzare una formazione perennemente ballerina, e l’arrivo del riottoso “quasi punk” Paul Di’Anno, le prime compilations, il mitico “The Soundhouse Tapes”, l’arrivo di un management solido con Rod Smallwood, le prime mitiche copertine di Derek Riggs, e mille altri aneddoti (spesso inediti, o rivisti con freschezza dagli stessi protagonisti, perfettamente nello stile di Popoff, che ama citare direttamente le dichiarazioni di musicisti e degli altre persone coinvolte nella narrazione) che cercano, non solo di disegnare il profilo delle fatiche di Steve Harris and company, ma di descrivere un intero movimento, quella NWOBHM che vede numerosi eroi e protagonisti, anche in parte dimenticati. In questa parte la narrazione procede veloce ed appassionante, mentre quando arriviamo alla fase “Dickinson” ed ai lavori giganteschi degli anni 80, torniamo più verso una classica esamina di ogni disco e dei seguenti tours, per uno svolgimento meno scorrevole e sorprendente, ma sempre molto compatto e ben strutturato.
La qualità maggiore di “Revelations – Gli Iron Maiden Dalle Origini A Seventh Son” è che si legge in modo scorrevole e piacevole, riuscendo anche a dare nuove informazioni su una band che è sempre nei nostri cuori e di cui vorremmo ancora sentire parlare per molti, molti anni a venire.
Etichetta: Tsunami Edizioni Anno: 2020 Sito Web: http://www.tsunamiedizioni.com/ |