Tra le uscite tanto attese di quest’ultima parte del 2021 spicca sicuramente Mark Tremonti che, con “Marching In Time”, segna la sua quinta uscita musicale in meno di dieci anni.
Il full length, da subito molto orecchiabile, ricalca in pieno l’alternative rock/metal tanto in voga in questo ultimo decennio, che vuole che, insieme a intro abbastanza sontuosi e riff radio friendly, vi sia un cantato molto misurato e poco tecnico ma di facile presa sugli astanti.
L’album, sulla cui ottima produzione non si discute, è stato anticipato da “If Not For You”, singolo uscito nei mesi estivi, che ha messo subito in luce la tecnica di Tremonti, a cui va riconosciuta la grande abilità di saper comporre melodie scorrevoli, molto dirette e che sanno perfettamente unire ritmo, armonia ed assoli senza cadere nell’eccesso e nello stucchevole.
Ciò che sicuramente traspare fin da subito sono le influenze con le sue precedenti band, infatti a più riprese sembra di ascoltare un featuring tra Creed e Alter Bridge, con il risultato che i brani sono piuttosto scontati, facilmente intuibili e non propriamente originali. “Thrown Further” ne è un chiarissimo esempio, in quanto lo stile Alter Bridge è dirompente sia nelle chitarre, che nel cantato.
“The Last One Of Us”, molto Incubus, è una eccellente ballad che tira fuori il lato più romantico di Tremonti che, con scaltrezza, riesce a cucire il pezzo perfetto e che certamente vedremo presto in scaletta. In questo brano c’è tutto: la linea malinconica di chitarra, il ritornello fin da subito canticchiabile ed il testo di facile presa.
Di fattura diversa, ma neanche troppo scostante, è “Marching In Time”, titletrack che chiude l’album in maniera quasi sontuosa e che unisce in sé ballad, acoustic e molto altro. Drammatico e meditativo al punto giusto, perfetta chiusura di un lavoro che si sviluppa in dodici tracce.
Nel complesso “Marching In Time” è un album ben confezionato, ben strutturato ma, soprattutto, ben studiato. L’originalità non fa da padrona e per chi è fan di Creed e Alter Bridge sarà sicuramente un’ottima colonna sonora con cui farsi compagnia. La sensazione è quella di avere di fronte un prodotto confezionato a tavolino, con tutto perfettamente inserito e miscelato, senza però quel mordente che fa di un buon album un ottimo album.