Mark Shelton Tribute – Wotan + Alltheniko + Angel Martyr: Live report della data di Retorbido

La serata di sabato 28 luglio 2018 verrà ricordata a lungo dai partecipanti e da chi ha vissuto come un fulmine a ciel sereno l’orribile notizia della scomparsa di Mark Shelton, membro fondatore di una della più importanti band di epic metal di tutti i tempi, i Manilla Road. Com’è noto il gruppo statunitense avrebbe dovuto svolgere il ruolo di headliner di un bill creato per tutti gli amanti del genere ma purtroppo la tragedia che ha colpito tutto il mondo del metal non ha permesso lo svolgimento dell’evento così com’era stato ipotizzato. La decisione del Dagda di Retorbido di realizzare comunque il concerto in memoria del musicista scomparso prematuramente è stata la migliore possibile perché suonare metal è stato il modo più efficace per ricordare Shelton, artista che nel 1990 (il periodo più cupo per il metal classico a seguito dell’avvento dell’alternative) scriveva una canzone come “Dig Me No Grave”, un vero e proprio inno a voler continuare fino alla fine la propria “Missione” di musicista. 

ANGEL MARTYR

I toscani Angel Martyr sono chiamati ad iniziare quest’assurda serata che viene seguita con trasporto ricordando un gigante dell’epic metal come Mark Shelton. Il gruppo, guidato al microfono ed alla chitarra da Tiziano Sbaragli (anche nei decani Etrusgrave), si lancia in una potente cavalcata nell’ambito di un heavy metal classico che non disdegna virate nell’epic da un lato e dall’altro nello speed primordiale; in questo senso la formazione a tre completata dal poderoso bassista Dario Rosteni e dalla new entry Niccolò Vanni (Profanal, ex Axevyper) favorisce un impatto crudo e diretto che in certe fasi ricorda anche i Venom, vedi ad esempio l’esecuzione dell’adrenalinica “Turn On The Fire”. Vengono quindi snocciolate diverse song del primo ed unico album uscito, dall’anthemica “Angel Martyr” alla maideniana “Victims” ma non mancano le sorprese ed infatti Tiziano, autore di una prova eccezionale al microfono, annuncia “Legion Of Black Angels”, una nuova canzone che verrà proposta nel secondo album in via di realizzazione. Il concerto si chiude fra gli applausi nonostante una serie di problemi tecnici che hanno tormentato costantemente Sbaragli. Lo spirito, però, era quello giusto e tutti se ne sono accorti. 

ALLTHENIKO

La sorpresa del bill di questo concerto è stata la sostituzione dei Last Rebels con i vercellesi Alltheniko, band veterana dedita ad uno speed/power che sfocia spesso anche nel thrash. I nostri (anche loro un trio potentissimo e ferale) si lanciano in una serie di classici per ricordare il periodo in cui suonarono insieme ai Manilla Road e per realizzare così un loro personale tributo a Mark Shelton. I pezzi, annunciati dal bassista/cantante Dave Nightfight, sono tutte della randellate di ottimo metal veloce e possente che ottengono il risultato di smuovere il pubblico, grazie anche alla simpatia che il frontman non smette mai di proporre agli astanti. Del resto gli show del gruppo sono da sempre votati all’idea di coinvolgere il più possibile il pubblico e non è un caso se subito all’inizio il chitarrista Joe Boneshaker si insinua fra gli spettatori cercando di scuotere anche i più calmi e tranquilli; missione riuscita: ben presto numerose teste iniziano a sottolineare il ritmo delle canzoni sbattendosi in modo corretto. Finale eccellente ed estremamente coinvolgente con Tiziano degli Angel Martyr che sale sul palco e canta le parti più acute dell’epica “Thunder And Steel” insieme a Dave. 

WOTAN

Aspettavo da anni una performance dei Wotan e l’attesa è stata quanto mai premiata da uno show da brividi di una band che meriterebbe moltissimo e che incarna il vero spirito dell’epic metal… sicuramente Mark Shelton avrebbe apprezzato. Al cantante/chitarrista scomparso citato Vanni, singer del gruppo milanese, dedica la cadenzata ed oscura “Thermopiles” che ricorda gli eroici spartani caduti sul campo proprio come il leader del gruppo statunitense che ci ha lasciato brandendo ancora la sua chitarra. Lo show comincia con la poderosa “Alberich The Dwarf”, tratta dall’EP “Return To Asgard” e fin da subito si respira l’atmosfera che solo i grandi gruppi di questo genere sanno trasmettere. A seguire ci si imbatte in due classici come “Spartacus” e Under The Sign Of Odin’s Ravens” che confermano ulteriormente l’incredibile abilità compositiva dei nostri nel saper forgiare brani epici che creano un trasporto quasi ipnotico tra gli ascoltatori (molti a questi punti cominciavano ad avere problemi con la voce). Dopo questa ondata di cadenzati arriva come un rombante tuono la veloce e distruttiva “Hussard de la mort” che pone sugli scudi l’ottimo batterista (new entry) Gabriele Stoppa (ex Elevation, che poi si esibirà in un altrettanto apprezzato assolo) e distrugge tutte le rimanenti barriere fra pubblico e musicisti. Gli altri membri della band formano il fulcro della storia dei Wotan, insieme dal 1988: Vanni Ceni, singer e compositore di testi mai banali e sempre impregnati di storia e mitologia; Mario DeGiovanni eccellente chitarrista e compositore; Salvatore Oliveri, bassista poderoso, preciso ed in grado di innervare di potenza anche i brani meno diretti. Il concerto continua fra le ovazioni e non mancano le sorprese: infatti Vanni annuncia Land Of The Nibelungs”, ossia una poderosa cavalcata che andrà a far parte del doppio CD dedicato appunto all’epopea dei Nibelunghi. Siamo arrivati al finale e non possono mancare due eccellenti cavalli di battaglia come “Lord Of The Wind” ed “Iron Shadows” per i quali il cantante esce sul palco indossando armatura ed elmo alato. Inutile sottolineare come questi due brani conquistino letteralmente tutti i convenuti tanto da far tornare la band on stage per l’esecuzione di ben due bis, “Balmung” e l’arrembante “Drink In The Skull Of Your Father” (che ricorda il truce episodio che ebbe come protagonisti i londobardi Rosmunda ed Elmichi). Il concerto dei Wotan si chiude quindi generando una spontanea atmosfera di soddisfazione e certezza di aver assistito ad un evento di puro ed ottimo epic metal. Sicuramente Mark Shelton, come ho già scritto, avrebbe apprezzato. Hail Wotan! Hail Mark Shelton!

Leonardo Cammi

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Bibliotecario appassionato a tutto il metal (e molto altro) con particolare attenzione per l’epic, il classic, il power, il folk, l’hard rock, l’AOR il black sinfonico e tutto il christian metal. Formato come storico medievalista adora la saggistica storica, i classici e la letteratura fantasy. In Metallus dal 2001.

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