Mantric Momentum – Recensione: Trial By Fire

Prende il nome di Mantric Momentum un nuovo progetto incentrato sulle figure di Terje Harøy (cantante nei Pyramaze) e del polistrumentista e compositore Christer Harøy (Divided Multitude, Crossnail): supportato da una folta schiera di musicisti di provenienza esclusivamente nordica, il duo dei cugini norvegesi nasce da alcune prime idee buttate giù nel 2011 che solamente sei anni più tardi assunsero le fattezze di un singolo ufficiale (“Awaiting Tomorrow”), a sua volta seguito da “Temple of My Fears” nel 2020 e “Shattered” nel 2021. Una volta oliati i meccanismi e trovata una certa continuità nelle uscite, peraltro sempre supportate da collaborazioni di alto livello con membri di Beast In Black, Circus Maximus e Fates Warning, i tempi per la pubblicazione di un vero full-lenght erano quindi troppo maturi perché Frontiers si lasciasse sfuggire questa nuova opportunità melodica. Orchestrata dallo specialista Magnus Karlsson, la drammatica introduzione di “Tabula Rosa” sembra voler alludere – insieme alla bella copertina del disco – ad una certa gravitas che possa contraddistinguere questo debutto, e la ritmica tirata della successiva “Course Of Fate” non delude.

Nonostante la sbrigativa etichettatura heavy-metal, “Trial By Fire” è in realtà un prodotto di gusto snello e moderno, nel quale la brillantezza della sezione ritmica è tale da quasi offuscare la componente cantata. Per la maggior parte le strofe, interpretate con stile aggraziato e pulito da Terje, fungono da morbido collante tra momenti di ispirazione modern prog, nei quali al supporto ritmico si aggiungono assoli di chitarra ed intermezzi di atmosfera piuttosto densa ed evocativa che a tratti mi hanno perfino ricordato i migliori Queensryche degli anni novanta. Grazie alla presenza di ben quattro batteristi che si alternano alle pelli (Frank Nordeng Røe, Lawrence Dinamarca, Truls Haugen e lo stesso Christer Harøy) si può facilmente intuire quali siano il nervo e la verve di un lavoro che, senza mai risultare propriamente aggressivo, cerca costantemente di coniugare la propria esuberanza ritmica (“In The Heart Of The Broken”) con un approccio più melodico, accomodante ed in un certo senso tipico delle moderne espressioni scandinave (“In The Eye Of The Hurricane”).

Nonostante la continua ricerca di questo complicato equilibrio finisca con il compromettere la ricerca del chorus perfetto e di un climax in grado di mettere tutti d’accordo, perché molto del buono sembra un po’ perdersi tra le sue fitte ed ingegnose trame, questo primo parto dei Mantric Momentum contiene generose dose di ambizione e di mestiere, che lo pongono in una posizione privilegiata rispetto a tante prime volte che per un motivo o per l’altro mancano il segno, inducono profondi sospiri e sgonfiano gli entusiasmi. Episodi come la title-track e “Final Warning”, per citarne un paio, combinano con grande sensibilità doppia cassa e chitarre acustiche, momenti di intensità tipicamente metal (con un riffing di impostazione da swedish death metal) con aperture maggiormente distensive, e la mancanza di un ritornello davvero coinvolgente diventa l’evidente punto debole di una catena che – altrimenti – si farebbe notare per la robustezza di tutti i suoi anelli (“Carry Me”, come altre, non riesci a capire se ti prende o no… ma in virtù dei suoi quasi sei ripetitivi minuti opterei per il no). Che poi si tratti di un difetto, e non invece di una scelta di sobrietà contemporanea, saranno come sempre gli ascolti individuali a stabilirlo.

Trial By Fire” distribuisce un tipo di melodia più complessa e ricercata di quanto generalmente proposto dall’etichetta italiana che ha creduto in loro, costituendo una solidissima piattaforma sulla quale sarà possibile lavorare – anche per sottrazione – per elaborare un seguito ancora più focalizzato e convincente. Benchè non sempre riuscito, ed a volte diviso tra la sua doppia anima ora meccanica ora sentimentale (il finale è tutto banalotto e “Fighter” è purtroppo una ballad un po’ legnosa e contratta), il lavoro dei cugini Harøy è un distillato di classe e tecnica funzionale ad un bel percorso e che, grazie alla sua qualità, non ha mai il sapore amaro dell’occasione mancata. Questo è un prodotto rigoroso e già maturo, in fin dei conti, al quale mancano solo un robusto feedback, e quel pizzico di cuore e spontaneità – o forse solo pazzia – in più per spiccare davvero il volo.

Etichetta: Frontiers Music

Anno: 2022

Tracklist: 01. Tabula Rasa 02. Course Of Fate 03. In The Heart Of The Broken 04. New Horizon 05. Fighter 06. Trial By Fire 07. Final Warning 08. Carry Me 09. In The Eye Of The Hurricane 10. Writing On The Wall 11. Diamond 12. (I'll Never Be) Maria Magdalena
Sito Web: facebook.com/mantricmomentum

Marco Soprani

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Folgorato in tenera età dalle note ruvide di Rock'n'Roll dei Motorhead (1987), Marco ama fare & imparare: batterista/compositore di incompresa grandezza ed efficace comunicatore, ha venduto case, lavorato in un sindacato, scritto dialoghi per una skill di cucina e preso una laurea. Sfuggente ed allo stesso tempo bisognoso di attenzioni come certi gatti, è un romagnolo-aspirante-scandinavo appassionato di storytelling, efficienza ed interfacce, assai determinato a non decidere mai - nemmeno se privato delle sue collezioni di videogiochi e cuffie HiFi - cosa farà da grande.

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