Recensione: Månegarm

Grandioso ritorno sulle scene dei Månegarm che con l’autointitolato “Månegarm”, il loro ottavo album, celebrano vent’anni di carriera. Non è sicuramente un caso la scelta del titolo per la nuova fatica del gruppo svedese; infatti il CD propone tutta la gamma espressiva dei nostri ed al meglio della qualità possibile, grazie anche ad una registrazione potente e precisa, che esalta tutti gli strumenti, compresi quelli acustici che contribuiscono a creare l’anima folk della band.

Il sound dell’album è corposo come un macigno ed esalta la linea ritmica come possiamo ascoltare ad esempio in “Tagen Av Daga” dove sono protagonisti sia il basso pulsante di Erik Grawsiö che la batteria di Jacob Hallegren. In realtà il brano si sviluppa parecchio e nei suoi oltre cinque minuti di durata diventa uno dei più completi dell’opera, comprendendo anche parti folk azzeccate e cori melodici molto convincenti.

Fra i brani più dirompenti inseriamo la cavalcata “Odin Owns Ye All” (da cui è stato tratto anche un buon video), la rocciosa e melodica “Call Of The Runes” e “Nattramn”, in cui la ritmica distruttiva del viking si miscela perfettamente al violino in secondo piano.

I nostri colpiscono nel segno anche quando entrano in territorio puramente folk… addirittura acustico nel caso della magica “Vigverk – Del II”, arricchita sul finale dall’intervento di una voce femminile o anche nella superlativa “Bärsärkarna Från Svitjod”, una ballata emozionante e coinvolgente che vede il suo apice in un ritornello quanto mai convincente; ovviamente in entrambi i pezzi Erik canta pulito e la sua prova convince pienamente.

La malinconia dei Månegarm esplode nella rallentata “Kraft” o nell’iniziale epica “Blodörn” (brano più lungo del lavoro) in cui si sprecano cori sontuosi ed utilizzo dell’arpa a bocca.

Destinati poi a divenire classici degli svedesi sono probabilmente le dolcissime ballate “Blot” e la conclusiva “Allfader”, quest’ultima cantata da una singer.

Aggiungiamo che nella versione limitata del CD sono presenti due bonus track, ossia “Månljus” e la cover dei Bathory intitolata “Mother Earth Father Thunder” in cui troviamo come ospiti Jennie Tebler, sorella di Quorthon, Alan Nemtheanga (Primordial) e Mikael (Ereb Altor).

“Månegarm” in conclusione è un album senza punti deboli, destinato a diventare un classico della discografia del gruppo ma anche una delle release migliori del viking/folk degli ultimi tempi.

Leonardo Cammi

view all posts

Bibliotecario appassionato a tutto il metal (e molto altro) con particolare attenzione per l’epic, il classic, il power, il folk, l’hard rock, l’AOR il black sinfonico e tutto il christian metal. Formato come storico medievalista adora la saggistica storica, i classici e la letteratura fantasy. In Metallus dal 2001.

0 Comments Unisciti alla conversazione →


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Login with Facebook:
Accedi