Dopo aver messo a ferro e fuoco il Druso a Bergamo, i Lordi fanno tappa al Revolver Club di San Donà di Piave portando con sè il loro variopinto carrozzone a supporto del nuovo valido album “Killection”. Accompagnati in questo tour da due band d’eccezione, i Flesh Roxon e i nostrani Tarchon Fist.
FLESH ROXON
Ai Flesh Roxon tocca il compito di aprire la serata in un locale ancora non al massimo della capienza, ma la formazione di Tampere non si perde d’animo e propone un divertente ed irrefrenabile psychobilly contaminato da influenze punk, che riesce a scaldare subito gli animi dei convenuti. Brani veloci, sostenuti anche dalla originale presenza del contrabbasso, riescono a creare un ottimo mood, ma il tempo è tiranno e dopo una mezz’ora la formazione capitanata da Nicky Rothen deve congedarsi.
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TARCHON FIST
Subito dopo è la volta dei bolognesi Tarchon Fist e del loro roccioso e granitico heavy metal. Il gruppo dell’ex Rain Luciano Tattini ha una grande esperienza sul palco e sa esattamente come far divertire e coinvolgere il pubblico. Propongono un heavy metal tradizionale, robusto e senza compromessi. Nove sono i pezzi in scaletta tra cui spiccano “Victims Of The Nations” dall’album “Fighters” del 2009, “Heavy Metal Black Force” e la conclusiva e adrenalinica “Proud To Be Dinosaurs” in cui la band ironizza sul fatto di essere “antica” e orgogliosa di sentirsi come dei dinosauri.
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LORDI
“God Of Thunder” dei Kiss ci conduce verso l’iniziale spot pubblicitario “Radio SCG”, usato come intro del nuovo album e dove la band fa il suo trionfale ingresso in un lugubre palco agghindato come di dovere con teloni, ragnatele, mostri e teschi sulle aste dei microfoni, insomma una vera e propria rappresentazione horror in grande stile. Ma quello che spicca di più è la musica, che si eleva oltre al mero aspetto visivo e quindi si parte con l’ottantiana “Horror For Hire”, nuova composizione che risulta davvero convincente in sede live. La scaletta è ben bilanciata e ripercorre ampiamente la carriera della band, non dimenticando il nuovo recente lavoro, da cui vengono estratti non solo i primi due pezzi già menzionati, ma anche la danzereccia “Shake The Baby Silent”, “Like A Bee To The Honey”, Kissiana fino al midollo (infatti questo brano è stato scritto dal famigerato Paul Stanley) e la coinvolgente “I Dug A Hole In The Yard For You”.
Ogni componente della band ha lo spazio per i propri assoli e conseguentemente anche per dar modo al frontman di riprendere fiato, non mancano i divertenti e macabri siparietti tra un pezzo e l’altro, scanditi dal leit motiv radiofonico presente anche nel nuovo platter. “Scare Force One” e “Who’s Your Daddy” vengono accolte con molto entusiasmo, ma è nella parte finale che i Lordi ci riservano il meglio con una “Hard Rock Hallelujah” al fulmicotone cantata all’unisono da tutti i presenti e un bis d’eccezione con “Devil Is A Loser” e “Would You Love A Monsterman”, che ci porta alla fine di un concerto riuscito sotto tutti i punti di vista, a dimostrazione che lo shock rock accompagnato dalla buona musica gode ancora di ottima salute.