Recensione: Isle Of Wrath

Nuovo progetto per Doogie White, accompagnato dal chitarrista dei Persuader Emil Norberg. Nuovo si fa per dire, nel senso che la proposta musicale è esattamente quella che ci si attenderebbe visti i trascorsi del cantante scozzese. Ma in questo caso non si tratta assolutamente di una critica, anzi: hard rock melodico sanguigno e robusto, fatto per graffiare e con un saldo legame alle sonorità più tradizionali.

La solita interpretazione passionale, a tratti rabbiosa, trova convincenti veicoli nell’urgenza di “Raging silence” e nella melodica epicità di “On Wings Of Angels”. Le reminiscenze del passato di White nei Rainbow costellano tutto “Isle Of Wrath”, riportandoci a tempi più gloriosi, anche grazie ad una produzione che non fa nulla per aggiungere quella modernità che stonerebbe e basta in un album come questo: esemplare, in questo senso, il sapore della narrazione che si respira in “Where Will You Run To?”.

L’arrembante “Steeltown” e la crepuscolare “Never Wrote A Love Song” sono due facce di un cantante e una band che ci mettono l’anima, in un album di assoluta intensità dall’inizio fino all’epica conclusione di “We Don’t Shoot Our Wounded”. Consigliato.

Giovanni Barbo

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Appassionato di cinema americano indipendente e narrativa americana postmoderna, tra un film dei fratelli Coen e un libro di D.F.Wallace ama perdersi nelle melodie zuccherose di AOR, pomp rock, WestCoast e dintorni. Con qualche gustosa divagazione.

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