Korn: Live Report della data di Civitavecchia

Per l’ultima data dell’estate italiana del Coca Cola Live, Mtv decide di fare le cose in grande e chiudere all’insegna dei Korn gruppo che il nu-metal l’ha inventato e continua a riscriverlo disco dopo disco.

Il concerto di Civitavecchia, ad inviti ma di fatto gratuito essendo possibile seguirlo anche dalla strada, si apre con gli italiani Super Elastic Bubble Plastic che propongono ai già numerosi presenti alcuni pezzi dal loro debutto ‘Swindler’: un disco all’insegna del garage punk’n roll che merita più di un ascolto. Ma è solo quando si accendono le telecamere e parte la diretta che si inizia a fare sul serio.

I Linea 77 piombano sul palco e scaldano la folla con le varie ‘Moka’ e ‘Ketchup Suicide’, riuscendo anche a proporre un estratto dal nuovo disco, ‘Available For Propaganda’, in uscita il prossimo 23 settembre. ‘Evoluzione’ è una canzone che di fatto rappresenta un passo avanti del gruppo però, almeno quanto si è potuto sentire a causa del volume decisamente troppo basso delle chitarre, verso una maggiore commercializzazione della proposta. Cantato più orecchiabile e ritmi meno aggressivi per una canzone comunque gradevole.

Le gentili richieste dell’onnipresente e magni-loquace Enrico Silvestrin durante la pausa pubblicitaria sono, purtroppo, servite a poco, perché i The Rasmus sono stati accolti dal prevedibile ma quanto mai inopportuno lancio di bottigliette. L’iniziale ‘No Fear’ e la successiva ‘Guilty’ non fanno però niente per convincere il pubblico a ritornare su binari più educati: troppo mosci i suoni e di scarso impatto il cantato, troppo statici il chitarrista ed il bassista, troppo “commerciale” la scelta delle song in scaletta… Con ‘In My Life’ qualcosa sembra migliorare, ma la band, senza alcuna spiegazione se non imprecisati motivi tecnici, lascia il palco prima dell’hit ‘In The Shadows’. Parlare di pubblico deluso sarebbe un controsenso, vista l’ormai incontenibile attesa per gli headliner della serata.

Dopo la rituale intervista pre-concerto, salgono sul palco i Korn e la differenza con chi li ha preceduti diventa quasi imbarazzante. La padronanza del palco di Jonathan Davis è incredibile: nonostante gli ormai consolidati chili di troppo, il singer riesce comunque a calamitare lo sguardo di chiunque, liberando Fieldy e Munky dall’obbligo di tenere desta l’attenzione del pubblico. L’apertura affidata a ‘Here To Stay’, le successive ‘Got The Life’, ‘A.D.I.D.A.S.’, ‘Fallin’ Away From Me, l’incredibile medley che incastona ‘One’ fra ‘Shoots And Ladders’ e ‘Freak On The Leash’ testimoniano ancora una volta come il solco fra i maestri del genere ed i vari successori sia, almeno al momento, ancora incolmabile. Nonostante i volumi incredibilmente bassi, soprattutto per quanto riguarda la chitarra (settati per la diretta tv?), i Korn non sbagliano un colpo, aizzando la folla e dando l’impressione di divertirsi. Solo la cover di ‘Another Brick in The Wall’ rappresenta un mezzo passo falso, aggiungendo poco all’originale e non rappresentando a pieno l’anima malata della band statunitense.

Ma è a telecamere spente che arriva la parte migliore. L’attacco – “ARE YOU READY??? – di ‘Blind’, finalmente a volumi decenti, scatena il pogo come mai in precedenza; le successive song, fra cui ‘Somebody, Someone’ e ‘No One’s There’, servono solo come antipasto all’ormai immancabile chiusura di ‘Y’all Want A Single’. Migliaia di diti medi alzati a “Fuck That Shit, per terminare nel migliore dei modi un concerto da ricordare, soprattutto se servisse da apristrada per nuove e quantomai benvenute iniziative del genere.

Foto: cortesia di Mirta Lispi/MTV & http://www.emakorn.it

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