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Lindemann – Recensione: Live In Moscow

Fanno un certo effetto le immagini di un concert film, oggi. Le prime file accalcate, la venue piena, tanti giovani visi felici che cantano e si dimenano, (quasi) nessuna mascherina. Fa un effetto ancora maggiore se il concerto in questione è il “Live In Moscow” di Lindemann, registrato a marzo 2020 nella capitale russa. Come tutti tristemente ricordiamo, poche settimane prima l’Europa si chiudeva a riccio e così faceva a ruota anche il resto del mondo, dando il via a una serie di annullamenti e rinvii che affliggono tutt’ora il settore della musica dal vivo. E’ in questo poco rassicurante contesto che Lindemann continuava per la sua strada invitando i propri fan a due concerti evento alla VTB Arena di Mosca, che sono confluiti nella pubblicazione di un blu-ray/DVD, oltre che di un CD e un vinile, in uscita il 21 maggio.

Innanzitutto partiamo col dire che questa sarà l’ultima occasione di vedere in azione il progetto Lindemann come eravamo soliti conoscerlo: lo scorso novembre Till Lindemann e il produttore Peter Tägtgren (Hypocrisy, Pain) hanno infatti deciso di separare le proprie strade per motivi ad oggi non ancora chiariti (anche se sembra data assodato che la volontà sia stata del primo, più che del secondo) – lasciando così al proprio pubblico un’ultima traccia della propria fruttuosa collaborazione, durata lo spazio di due album.  Questo “Live In Moscow” si configura infatti come testimonianza di cinque anni di lavoro comune, apparentemente scanzonato se paragonato alla potente macchina dei Rammstein, ma in realtà molto ben calibrato e curato nei minimi particolari.

Se l’audio non regala chissà quali sorprese negli arrangiamenti dei diciassette brani proposti, il video è decisamente la parte più appagante dello show – non solo grazie all’imponente presenza scenica del leader dei Rammstein e alla sua sinergia con un pubblico adorante e con i riverenti compagni di band, ma soprattutto per via delle prospettive spettacolari e degli effetti di alto livello che offrono le 50 telecamere in azione, regalando di fatto un’esperienza cinematografica da gustare comodamente sul divano di casa. Divertenti sono anche i vari mini-video di intermezzo tra un pezzo e l’altro; chi conosce l’estetica che ruota intorno ai Lindemann può facilmente immaginare di che si tratti – diciamo che ci limiteremo a sconsigliarne la visione in presenza di minori!

Il gusto dell’esagerazione copre, come già anticipato in precedenza, la scarsa innovazione a livello sonoro: è l’industrial metal dal gusto un po’ morboso cui il duo Lindemann-Tägtgren ci aveva abituato, senza differenza sostanziali da quanto già ascoltato nei dischi in studio; la voce dell’ossigenato cantante suona sicura e precisa, anche se a tratti un po’ monocorde.  Divertente e avanguardistica l’esibizione di “Platz Eins”, all’interno di enormi bolle posizionate sul palco – soluzione che in effetti qualche mese dopo era stata proposta come possibile maniera di assistere ad un concerto in sicurezza. Colpisce invece in negativo la performance di “Allesfresser”, in cui la band si diverte a lanciare sul pubblico delle torte dopo averle leccate – cosa che farebbe inorridire il più liberale dei virologi.

Da vedere se amate il genere; il solo ascolto potrebbe invece risultare un po’ deludente.

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