Dopo l’introduzione delle Rougenoire, band praticamente tutta al femminile, fatta eccezione per il batterista, ecco arrivare il turno dei veri ed unici protagonisti della serata: i Last in Line.
Un progetto recente, però avente dalla propria parte dei pezzi da 90 come membri: se infatti, come appena detto, la band si è formata da pochi anni, i membri sono tutti professionisti e, ciascuno di loro, ha un curriculum invidiabile: tra il cantante Andrew Freeman, il bassista Phil Soussan, il batterista Vinny Appice e il chitarrista Vivian Campbell, si perde il conto delle band di cui hanno fatto parte, tra cui Ozzy Osbourne, Billy Idol, Offspring, Dokken, Lynch Mob, Def Leppard e tanti altri.
Come è intuibile dal nome della band, I Last in Line prendono il nome dal secondo album di Ronnie James Dio, poiché cercano di onorare la sua memoria con questo progetto: e chi meglio di Campbell e di Appice potrebbe fare questo tributo? Entrambi hanno partecipato attivamente alla stesura dei pezzi dei primi album dei Dio, considerati veri classici della sua discografia e non solo.
Inoltre Freeman, per quanto non possa eguagliare una leggenda della musica metal, quale era Ronnie, riesce comunque a tenere una performance di alto livello, dimostrando di essere anche lui un valido vocalist.
La performance non dà spazio ad inutili pause: il quartetto suona praticamente per un’ora e mezza filata, salvo per due unici momenti, nella quale Vinny ricorda le sue origini italiane ed un altro in cui, oltre a Ronnie James Dio, la band rende omaggio Jimmy Bain che oltre ad aver fatto parte dei Dio, è stato il primo bassista della band che, con i Last in Line, ha potuto scrivere solo il primo album (“Heavy Crown” del 2016).
Sono poche le canzoni targate Last in Line suonate in questa serata: 6 per la precisione, scelte da tutti e 2 gli album che hanno pubblicato finora.
Il resto della scaletta è tutto affidato ai pezzi dei primi album di Dio, che hanno fatto scatenare il pubblico del Campus, che è rimasto totalmente soddisfatto da questo concerto.
I Last in Line ci hanno lasciato rispolverando un repertorio della migliore musica heavy e con l’anticipazione di un loro ritorno in Italia nel 2020: inutile dire che i fan li aspetteranno a braccia aperte.
SETLIST
1 – Landslide
2 – Stand Up and Shout (Dio cover)
3 – Straight Through the Heart (Dio cover)
4 – Year of the Gun
5 – Holy Diver (Dio cover)
6 – Black Out the Sun
7 – The Last in Line (Dio cover)
8 – Starmaker
9 – Electrified
10 – Egypt (The Chains Are On) (Dio cover)
11 – Rainbow in the Dark (Dio cover)
Encore:
12 – Don’t Talk to Strangers (Dio cover)
13 – Devil in Me
14 – We Rock (Dio cover)
ROUGENOIRE
LAST IN LINE