Lacuna Coil: Live report della data di Bologna

Ultima data di un tour che segue i fasti ed i pareri positivi suscitati dall’ultimo “Delirium”, questa dei Lacuna Coil in quel di Bologna: Zona Roveri Music Factory, grazie a Vertigo, porta sul palco questa sera il gruppo italiano che nell’ultimo periodo ha girato in lungo e in largo per promuovere l’ultima fatica discografica, accompagnato da due special guest che rispondono al nome di Genus Ordinis Dei e Forever Still. La venue scelta per l’evento non ha certo bisogno di presentazioni e si sta confermando, concerto dopo concerto, una solida garanzia per chi vuole seguire musica live di un certo tipo in un ambiente consono e che riesce sempre a regalare emozioni, nonostante il coprifuoco spietato che impone l’apertura delle danze in orario praticamente pomeridiano, ma tant’è, e il pubblico comincia ad affluire quando sul palco si presenta il primo gruppo.

I Genus Ordinis Dei, da Cremona, propongono un death metal sinfonico e melodico quanto basta, forte di due prove come l’EP e il full length “The Middle” (su Mighty Music) che sono risultate convincenti e accattivanti: purtroppo il suono che esce questa sera dalle casse non riesce a far apprezzare appieno il potenziale della band, che si prodiga comunque in un live show che sottolinea le capacità del combo. La presenza scenica c’è, così come i brani (per chi li conosce e per chi li ascolta per la prima volta) che si riescono a captare in mezzo a un coacervo sonoro non all’altezza della prova maiuscola della band: assolutamente da rivedere in condizioni migliori, per apprezzare l’immaginario sonoro che senza dubbio il gruppo dimostra di saper creare e che, ci si augura, procurerà loro tante soddisfazioni.


Si cambia genere con i Forever Still, quartetto danese sotto l’egida della Nuclear Blast fautore di un genere più “commerciale”, si passi il termine, sottolineato dalla presenza delle due donzelle Maja Shining e Maja Partsch (rispettivamente alla voce e alla chitarra), accompagnate dal bassista Mikkel Haastrup sulla scena e, quasi non pervenuto perchè relegato in un angolo e nascosto dai suoi ferri del mestiere, dal batterista. Si cambia sicuramente registro rispetto al gruppo precedente, e le canzoni proposte specie dall’ultimo album “Tied Down” (che fa seguito a due EP) suonano abbastanza patinate, ben costruite e suonate ma con un pizzico di basi di troppo ed eccessivamente lineari per suscitare più di un tiepido assenso da parte del pubblico: di certo al momento non fondamentali e ancora da rodare al 100%, seppur la capacità di star sul palco sia evidente.

 

 

 

 


Cambio palco e tutti pronti per i Lacuna Coil: una scenografia che vede le divise indossate dai pazienti del manicomio costruito nell’ultima prova in studio, una breve intro e il gruppo sale sul palco con lo stesso outfit già citato. La vocalist Cristina Scabbia (ora rossocrinita) tiene fra le mani una torcia e illumina il pubblico, accompagnata da Andrea Ferro, suo pari al microfono, dal bassista Maki, con tanto di facepainting che ricorda un clown uscito dalla penna orrrorifica di qualche scrittore horror, dall’axe man Diego Cavallotti e dal batterista Ryan Blake Folden truccato come un teschio dall’alto del suo soppalco. Il feedback del pubblico, ora ben più numeroso che per le band spalla, si percepisce fin dalle prime note di “Ultima Ratio”, scelta per aprire la scaletta di questa serata, che procede con “Spellbound”, “Die & Rise” e con la conosciutissima “Heaven’s A Lie”, grande successo del gruppo: i Lacuna Coil sono veramente in forma e, grazie anche a suoni degni di un gruppo di tale caratura, convincono fin da subito anche sui pezzi dell’ultima prova in studio come si nota in “Blood, Tears, Dust” e in “Ghost In The Mist”. Preme sottolineare che la scena è ovviamente dominata dai due cantanti, a proprio agio come al solito nella dimensione live ma ulteriormente migliorati da un punto di vista tecnico: le parti cantate dell’ultimo album sono decisamente più difficili per entrambi le voci (vuoi per tonalità più alte del solito, vuoi per un growl più pesante ma corposo) e Cristina ed Andrea dimostrano di essere migliorati notevolmente proponendo una prova veramente da applausi, accompagnata dalla chitarra di Diego, dal basso di Maki (che “ruba” anche la scena con un siparietto insieme alla sua cantante) e alla prova precisa e granitica di Ryan dietro le pelli. Il pathos e la il suono delle composizioni, insieme alla presenza scenica, riescono a creare un’atmosfera coinvolgente, sottolineata da pezzi come “Trip The Darkness” e “You Love Me ‘Cause I Hate You”, prima di giungere alla sempiterna “Enjoy The Silence”, riuscitissima cover dei Depeche Mode e del finale scandito dalla title-track dell’ultimo album e da “The House Of Shame”, suo pezzo di apertura ma qui curiosamente posta in chiusura. Un concerto emozionante per il pubblico e per il gruppo, che si mostra visibilmente coinvolto sia quando suona sia quando si prodiga in scambi con l’audience, parlando del tour o dell’ultimo album: un’ottima prova, che lascia tutti contenti e con tanta voglia di un’altra serata così in compagnia dei Lacuna Coil.

Setlist:

  1. Ultima Ratio
  2. Spellbound
  3. Die & Rise
  4. Heaven’s A Lie
  5. Blood, Tears, Dust
  6. Ghost In The Mist
  7. The Ghost, The Woman And The Hunter
  8. Trip The Darkness
  9. Downfall
  10. You Love Me ‘Cause I Hate You
  11. Our Truth
  12. Enjoy The Silence
  13. Nothing Stands In Our Way
  14. Delirium
  15. Zombies
  16. The House Of Shame

Fabio Meschiari

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Musica e birra. Sempre. In spostamento perenne fra Asia e Italia, sempre ai concerti e con la birra in mano. Suonatore e suonato, sempre pronto per fare casino. Da Steven Wilson ai Carcass, dai Dream Theater ai Cradle of Filth, dai Cure ai Bad Religion. Il Meskio. Sono io.

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