Lacuna Coil: Foto e Live Report della data del Parabiago Rugby Sound

Dopo il successo dell’ultimo studio album “Delirium” (che, ha ricordato Andrea Ferro, è riuscito a raggiungere l’undicesima posizione dell’ostica classifica italiana), i Lacuna Coil iniziano ufficialmente il tour a supporto del disco. La prima location scelta è la cornice del Parabiago Rugby Sound Festival, iniziativa nata quasi per gioco nel 2000 per festeggiare il finale di stagione della squadra locale e diventata dopo alcuni anni una delle kermesse musicali più importanti e conosciute della zona.

I Lacuna Coil aprono ufficialmente le danze della nuova edizione, una dieci giorni di musica che ospiterà numerose band anche esterne alla scena metal, ma di certo conosciute anche a chi mastica musica pesante (Gogol Bordello, Derozer, Davide Van De Sfroos e molti altri). Tante le persone accorse alla serata di apertura, ci sono i fan della band, gli headbangers e non soltanto, a dimostrazione del clima di festa che si respira nel campo sportivo intitolato a Libero Ferrario. Una nota vogliamo dedicarla all’ottima organizzazione, che ha saputo gestire al meglio l’elevato numero di presenti (ricordiamo che l’evento era gratuito) allestendo numerose aree di ristoro con tempi di attesa minimi, altre dedicate ai bambini (eh sì, c’erano anche loro!) e un aftershow tutto hard’n’heavy!

Mentre il palco principale è in fase di allestimento, sullo stage secondario troviamo il rock’n’roll degli On-Off a scaldare gli animi, ma l’attesa per lo show dei Lacuna Coil inizia a farsi palpabile. Sono circa le 22:30 quando la band appare sul palco e attacca con “Nothing Stands In Our Way” (da “Broken Crown Halo”), soddisfacendo subito la curiosità di chi voleva valutare la prova dal vivo dei due membri più recenti, ovvero Ryan Folden alla batteria e Diego Cavallotti alla chitarra, pressoché due macchine da guerra. E in generale, un po’ come il sound di “Delirium”, tutta la band appare aggressiva e compatta, ma altrettanto pronta a interagire con il suo pubblico (o meglio, la sua “famiglia allargata”, come Cristina definisce i fans), perché, per dirla sempre con la vocalist, “Milano è casa nostra, è sempre bello essere a casa!”.

E di certo questa sera non mancherà l’affetto da parte dei numerosi convenuti, mentre la band, con addosso i costumi scenici bianchi che fanno parte dell’iconografia di “Delirium”, non si fa certo pregare. E’ una setlist piuttosto varia quella proposta, ben diciotto brani che solo marginalmente vanno a toccare l’ultimo album, dal quale a noi piacciono in modo particolare, vuoi anche per l’energia con cui le canzoni sono proposte, “Ghost In The Mist” e la tiltletrack, un singolo già conosciuto e cantato a squarciagola anche da un pubblico, se ci passate il termine, “regolare”, a dimostrazione di come il sound dei Lacuna Coil possa davvero accontentare un vasto bacino d’utenza ed abbia meritatamente successo.

Setlist lunga dicevamo e concentrata sui brani più rappresentativi della discografia recente, come ad esempio “Die & Rise”, “Kill The Light”, “Intoxicated” e qualche “vecchia gloria” nota a tutti, come “Spellbound” (da “Shallow Life”) o l’immancabile “Heaven’s A Lie”, che Andrea e Cristina interpretano in modo particolarmente intenso. La prima parte del set si chiude con “Enjoy The Silence”, cover dei Depeche Mode che il gruppo si diverte a far cantare al pubblico milanese (che immediatamente risponde) e dopo i cori di incitazione, rieccoli con un encore che comprende “Trip The Darkness”, “Zombies” e “Our Truth”, un’altra tra le canzoni più celebri, scelta per salutare gli astanti.

Certo questa sera i Lacuna Coil giocavano in casa, ma la band non ha fatto mancare né un grande impatto, né una forte sinergia con il suo pubblico.

Setlist Lacuna Coil

  1. Nothing Stands in Our Way
  2. Die & Rise
  3. Kill the Light
  4. Victims
  5. Spellbound
  6. The House of Shame
  7. Heaven’s a Lie
  8. Upsidedown
  9. Swamped
  10. Ghost in the Mist
  11. Intoxicated
  12. Fire
  13. Cybersleep
  14. Delirium
  15. Enjoy The Silence

Encore:

  1. Trip the Darkness
  2. Zombies
  3. Our Truth

 

andrea.sacchi

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Poser di professione, è in realtà un darkettone che nel tempo libero ascolta black metal, doom e gothic, i generi che recensisce su Metallus. Non essendo molto trve, adora ballare la new wave e andare al mare. Ha un debole per la piadina crudo e squacquerone, è rimasto fermo ai 16-bit e preferisce di gran lunga il vinile al digitale.

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