Lacrimosa – Recensione: Angst

“Angst”, ovvero la paura, ma anche l’angoscia, l’ansia, il male di vivere. Un titolo programmatico per il primo album dei Lacrimosa. L’album esce nel 1991 ed appare molto diverso dal canale espressivo odierno della band. In quel periodo Tilo Wolff (unico membro del progetto, Anne Nurmi entrò tre anni più tardi) non si era ancora lasciato sedurre dal symphonic metal e il suo bagaglio musicale guardava certamente più al synthpop e alla darkwave. Quella più cruda, fredda, disperata.

Non è un caso che “Angst” sia un album sotto molti aspetti minimale, dominato dalle tastiere e dai sintetizzatori, guidato in tutta la sua durata dalla voce del mastermind che modula il suo tono a seconda delle atmosfere dei brani, da un crooning profondo allo screaming. Canzoni dal minutaggio lungo e dalle liriche dotate di una bellezza e un realismo spietati, la malinconia domina ma le melodie ideate entrano immediatamente sottopelle e creano un impatto emotivo devastante.

Lo notiamo subito in “Seele In Not”, che introdotta dall’organo accoglie una base ambient disturbante che ricorda il pianto. La voce sfumata dagli effetti suggerisce disperazione in ogni istante, mentre i sintetizzatori regalano una melodia che perfora il cuore. “Requiem” avanza trascinandosi lungo le note del piano per confluire verso un finale dove un amaro cabaret è sottofondo alla riflessione sullo stato effimero dell’essere umano.

L’elegante strumentale “Lacrima Mosa”, funziona come una sorta di preludio a “Der Ketzer” (“L’Eretico”), a giudizio di chi scrive la gemma del disco. Brano dal mood decisamente affilato e vicino alla darkwave più intransigente, vede Tilo esprimersi con versatilità in un contesto dove la melodia portante è oscura e opprimente, mentre il testo crudo compara la povertà (interiore e non) degli uomini, all’opulenza della Chiesa Cattolica, vera autrice dell’operato del Male.

“Der Letzte Hilfeschrei” parafrasa nel suo mood ricorsivo la morte stessa, l’alienazione e la pauira, in un crescendo emozionale costante che culmina nel finale nervoso dove i vocalizzi in screaming esprimono tutta la disperazione di Tilo. “Tränen Der Existenzlosigkeit” chiude con la note appena accennate di piano sopra la base dei synth, accompagnate da una voce baritonale.

Un disco che vive di emozioni negative e le esprime con una poesia unica, pur scandita dai ritmi ricorsivi e soluzioni sonore lo-fi. Esecuzioni semplici ma inserite nel modo giusto in un contesto cupo e carico di male di vivere, un’impresa che purtroppo Tilo abbandonò con il tempo e che “Angst” dipinge ancora nei suoi risvolti più crudi e sinceri.

lacrimosa-angst

Voto recensore
S.V.
Etichetta: Hall Of Sermon

Anno: 1991

Tracklist: 01. Seele In Not 02. Requiem 03. Lacrima Mosa 04. Der Ketzer 05. Der Letzte Hilfeschrei 06. Tränen Der Existenzlosigkeit
Sito Web: http://www.lacrimosa.ch

andrea.sacchi

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Poser di professione, è in realtà un darkettone che nel tempo libero ascolta black metal, doom e gothic, i generi che recensisce su Metallus. Non essendo molto trve, adora ballare la new wave e andare al mare. Ha un debole per la piadina crudo e squacquerone, è rimasto fermo ai 16-bit e preferisce di gran lunga il vinile al digitale.

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