Recensione: Rolling

Per il loro quinto album i Koritni, band hard rock nata in Australia ma ormai naturalizzata in Francia, hanno deciso di mantenersi, per la maggior parte, su quello che ormai è da sempre il loro stile. La band, che prende il nome dal suo fondatore, il cantante Lex Koritni, si ispira da sempre in modo particolare agli AC/DC per lo stile delle chitarre e ai Guns ‘n Roses per la voce ruvida del suo frontman, e i risultati precedenti, seppure validi, non sono sempre stati eccezionali. L’ultimo lavoro, ad esempio, Night Goes On For Days” (la recensione), non ha superato la prova sulla lunga distanza e adesso sembra privo di mordente e di brani memorabili. Un discorso diverso potrebbe essere per “Rolling“, che pur conservando molte fra le caratteristiche tipiche della band, al tempo stesso osa qualcosa di più e potrebbe rilanciare i Koritni dopo un paio di lavori incolori.
E’ vero, ci sono delle similitudini ben percettibili con i lavori precedenti. Il pezzo conclusivo è un blues parzialmente acustico che inneggia al divertimento alcolico e si intitola “Bottle Of Wine“, e l’album precedente conteneva un blues acustico lento intitolato “Water Of Life”; la mano scheletrica in copertina richiama gli scheletri che giocano a poker sulla copertina del secondo album, “Game Of Fools”, e la strofa di “Life Away“, singolo di lancio e pezzo che apre l’album (un’altra caratteristica dei Koritni è sempre stata quella di azzeccare il pezzo che apre i loro album), ha molti punti in comune con “Daddy, Brother, Lover, Little Boy” dei Mr. Big. Somiglianze a parte, l’album ha comunque diversi spunti interessanti, primo fra tutti una generale volontà di spaziare un po’ di più e di esplorare anche altri generi oltre all’hard rock canonico, basato principalmente sulle due chitarre e sulla voce ruvida di Lex Koritni, virando a volte verso il blues e qualche tocco di country boogie. Il secondo pezzo acustico, “Looking So Fine“, mette bene in evidenza lo stile e la personalità della voce di Lex Koritni, mentre in “Keep Thinking About You” si percepiscono una serie di interessanti rimandi ai Led Zeppelin. “Run Outta Gas” è invece il classico pezzo apparentemente senza grosse pretese, che però esplode rivelando tutta la sua potenza in un ritornello pieno di cori e dinamiche. In definitiva, per quanto il voto finale sia più basso rispetto a quello dei lavori precedenti, “Rolling” ha tutte le carte in regola per restare, nella storia della band australiana, come uno dei prodotti meglio riusciti. C’è sicuramente l’importante contributo di Kevin Shirley alla produzione a dare una mano per questo, ma è soprattutto la solidità dei brani proposti ad attribuirgli questo buon potenziale.

Anna Minguzzi

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E' mancina e proviene da una famiglia a maggioranza di mancini. Ha scritto le sue prime recensioni a dodici anni durante un interminabile viaggio in treno e da allora non ha quasi mai smesso. Quando non scrive o non fa fotografie legge, va al cinema, canta, va in bicicletta, guarda telefilm, mangia Pringles, beve the e di tanto in tanto dorme. Adora i Dream Theater, anche se a volte ne parla male.

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