Kino – Recensione: Radio Voltaire

Ho sempre seguito con attento interesse l’attività musicale di John Mitchell (l’ultimo “contatto” poco tempo fa in occasione della recensione di “The Big Dream” del solo project Lonely Robot), perchè sono convinto sia uno dei musicisti più sottovalutati della scena progressive rock in virtù di una preparazione musicale sopra la media (sentitelo nei Frost*), un gusto melodico fuori dal comune e un costante miglioramento anche nel ruolo di cantante; a ciò va aggiunta un’estrema professionalità in sede di produzione (è proprietario degli Outhouse Studios vicino a Reading) e il risultato dei suoi album (sia come musicista che come produttore) è costantemente di alto livello (segnaliamo i CD di Kepler Ten e Voices From The Fuselage oltre al nuovo Arena in uscita a maggio).

Il suo progetto principale (almeno come coinvolgimento) rimane Lonenly Robot e la notizia circa un nuovo album dei Kino ha colto tutti di sorpresa (picevole sorpresa peraltro); quindi a distanza di tredici anni da “Picture”, Mitchell torna a fare squadra con Pete Trewavas (Marillion, Transatlantic) e marginalmente con John Beck (suo partner negli It Bites e questa volta presente solo in veste di guest) appoggiandosi infine all’amico Craig Blundell (suo compagno nei Frost*) per le parti di batteria.

“Radio Voltaire” non si discosta molto da quanto sentito nei due lavori a nome Lonely Robot ma era abbastanza preventivabile visto che tutto quanto sentiamo esce dalla penna di Mitchell; bella la linea guida della chitarra della title track posta in apertura punteggiata dalle tastiere delicate di Beck (comunque molto presente su tutto il lavoro).

Bella prova dietro al microfono in “Idlewild” per un artista che come detto in precedenza è sempre più convincente anche in quel ruolo; in “I Don’t Know Why” è coadiuvato vocalmente da cori per un power pop che sembra una versione “pompata” dei Beatles di “Revolver”. “I Won’t Break So Easily Any More” alza il ritmo di un album comunque fluido e che non difetta di soluzioni ottime in quel senso (merito essenzialmente del drumming straripante di Blundell); lo stesso discorso vale per “Grey Shapes On Concrete Fields”.

I Kino suonano decisamente ancora freschi in questo 2018 anche se sembra chiaro (a detta dello stesso Mitchell) come “Radio Voltaire” sia nato abbastanza per caso ed approfittando dei tempi “morti” dei musicisi coinvolti; non è un caso che siano stati temporaneamente accantonati proprio i lavori sul terzo album dei Lonely Robot (su suggerimento della Inside Out)… e si debba quindi considerare questa uscita come interlocutoria, dato che non sappiamo che seguito potrà mai avere.

Comunque un piacevolissimo divertissement incentrato sulla melodia e la bravura degli strumentisti senza grandissime pretese anche se il risultato che ci troviamo nelle orecchie è il chiaro frutto di una grande sensibilità artistica.

Voto recensore
7,5
Etichetta: Inside Out Music

Anno: 2018

Tracklist: 01. Radio Voltaire 02. The Dead Club 03. Idlewild 04. I Don't Know Why 05. I Won't Break So Easily Any More 06. Temple Tudor 07. Out Of Time 08. Warmth Of The Sun 09. Grey Shapes On Concrete Fields 10. Keep The Faith 11. The Silent Fighter Pilot
Sito Web: https://www.facebook.com/KINObandofficial

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